È un doppio sos, l’ennesimo, legato a sardi in giro per il mondo e bloccati a causa dell’emergenza Coronavirus. Nel caso di Christopher Porcu e Emanuela Pau, però, l’Isola dista solo poche miglia, ma è comunque irraggiungibile. I due hanno raccontato la loro vicenda alla nostra redazione: “Siamo a Porto Vecchio, in Corsica. Sino a un mese fa ho lavorato come manovale, avevo uno stipendio di circa 1800 euro e ne dovevo pagare quattrocento per l’affitto di una casa”. Poi, anche il suo datore di lavoro ha deciso di fermare tutte le attività: “Da un mese non lavoro più”, racconta Christopher Porcu, “insieme alla mia compagna abbiamo un tetto sicuro grazie alla generosità di un’amica, ma vogliamo tornare nella nostra Sardegna”. Il diciottenne afferma di aver contattato “la Farnesina e l’ambasciata italiana in Francia”, ma senza ottenere nessun risultato. Meglio: “Mi hanno detto che potremmo prendere un traghetto sino a Livorno, quelli diretti per la Sardegna sarebbero bloccati o farebbero pochissime corse”.
“Inoltre, la mia compagna è incita del nostro secondo figlio, tra meno di un mese dovrà partorire. È assurdo, siamo praticamente prigionieri in un’altra Isola. Vogliamo solo ritornare a casa. Abbiamo pochi soldi che non penso bastino per il viaggio”, sostiene Porcu, che lancia un doppio appello: “C’è qualcuno delle istituzioni sarde che ci può aiutare? E c’è qualcuno che può donarci un po’ di soldi? Chiunque possa aiutarci mi può chiamare, via WhatsApp, al +393889051199”.












