L’odissea di Matteo: “Positivo al virus dopo doppia dose di vaccino, un incubo fare il tampone all’Ats di Cagliari”

Il virus colpisce Matteo C., 40enne di Selargius, quando meno se lo sarebbe aspettato: “Secondo vaccino fatto il 18 agosto, una settimana dopo la positività: non sentivo più gli odori, stanchezza e la febbre. Anche mia moglie, vaccinata, è stata contagiata. Ho dovuto attendere un’ora e mezza alla Cittadella della Salute vicinissimo a tante altre persone, un grosso rischio”


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Positivo dopo due dosi di vaccino, costretto a fare lo “slalom” alla Cittadella della Salute di Cagliari. Col dubbio di essere ancora positivo. Ecco cosa è successo a Matteo C., 40enne di Selargius. La prima dose di Pfizer l’ha fatta il 14 luglio, la seconda il diciotto agosto, sempre all’hub vaccinale della Fiera di Cagliari. Doveroso, visto la sua professione (lavoratore in un settore privato, ma a stretto contatto con le persone) avere lo scudo del vaccino. Ma l’uomo, residente a Selargius, dopo una settimana dal richiamo vaccinale, “il venticinque agosto”, inizia a sentirsi male: “Stavo pranzando, non sentivo più nessun odore. Poi è arrivata la stanchezza, a seguire la febbre”. L’uomo telefona alla madre, che va nella farmacia più vicina e acquista i test rapidi Covid. Risultato? “Positivo io, positiva mia moglie, anche lei vaccinata con doppia dose”. La coppia contatta subito il medico di famiglia: “Segnalazione immediata all’Ats, ho dovuto avvisare al lavoro della mia condizione e, dopo dieci giorni, oggi son stato contattato per andare in via Romagna a fare il tampone”, racconta il quarantenne.
Ed è qui che inizia la nuova odissea: “Ero prenotato per le 10:05, sono arrivato venti minuti prima. Tutt’intorno c’erano decine di persone, anche loro in attesa di fare il tampone, tutte vicinissime. Mi sono tenuto a grande distanza perchè so, nelle mie condizioni, di correre rischi: gli altri pazienti magari potevano essere negativi, avrei potuto contagiarli. O magari, nel caso mi fossi negativizzato, qualcuno potrebbe avermi contagiato nuovamente”. Ora, la speranza, è solo una: che l’esito del tampone sia negativo: “Sia il mio, sia quello di mia moglie”.


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