Serrande abbassate a mezzanotte, il coprifuoco sulla movida deciso dal Governo Conte riguarda, ovviamente, anche Cagliari. E, da Stampace alla Marina, passando per la centralissima piazza Yenne, la paura di incassi nuovamente in calo è tanta. E, se tra i titolari di bar, paninerie e gelaterie c’è chi riconosce che “dobbiamo comunque farlo, sennò chissà tra quanto tempo ci potremo liberare dall’emergenza Coronavirus”, un occhio (anzi, tutti e due) cadono inevitabilmente sui registratori di cassa. Lo stop alle 24, inevitabilmente, significherà dover rinunciare a una fetta di incassi. Quanto, a oggi, è difficile dirlo, ma si prevede un segno meno seguito da una doppia cifra. “Certo, chiudere a mezzanotte è un danno, si va a bloccare quel poco di lavoro che, per così dire, eravamo riusciti a riaccendere”, spiega Raffaella Giamberduca, una delle titolari di una famosa gelateria di piazza Yenne. “La situazione è grave, dobbiamo darci tutti una regolata. Noi seguiamo le indicazioni, dalle mascherine ai gel alla sanificazione del locale. Se si creano assembramenti fuori, io non posso certo andare a rimproverare le persone. La movidà subirà un durissimo colpo, attualmente ho quattro collaboratori, li devo pagare da contratto a prescindere da quanto guadagno. Poi, a novembre, vedrò, dovrò valutare giorno dopo giorno. Abbiamo ancora un calo degli affari del 30 per cento”.
Prevede altri cali anche Marco Milia, titolare di una focacceria in via Napoli: “Con questa regola, a Cagliari viene uccisa la movida che c’è ogni weekend. Spero che le decisioni prese dal Governo siano efficaci. Ricordo, però”, afferma Milia, “che i locali e i ristoranti, col tempo, sono diventati luoghi sicuri per un motivo logico: vengono rispettate tutte le regole legate al distanziamento, e non solo. Da giovedì a sabato chiudevo non prima dell’una di notte, ora dovrò dire addio a una fetta del guadagno. E trovo ingiusto che ci facciano chiudere se la gente senza mascherina o appiccicata si trova nelle strade, e non dentro le nostre attività. Spero che il Comune di Cagliari possa darci una mano, concedendoci più tavolini all’esterno. Tanta gente”, a prescindere o meno dalla serrata di mezzanotte, “ha paura ad accomodarsi nei posti interni”.










