Una vita dedicata all’amore per l’atletica. Dopo 45 anni di presidenza nella Federazione italiana di atletica leggera Sergio Lai lascia una scrivania importantissima per la storia dello sport sardo, ma precisa: “Lascio la presidenza, ma non lascio l’atletica. L’atletica è stata la mia vita”.
Non solo stimato Presidente oggi, ma anche premiato sportivo ieri, fin dai primi albori, fin da quegli anni ‘70 che l’hanno visto diventare contemporaneamente dirigente fin da ragazzo, quando il mondo dello sport sardo ancora non era quello che conosciamo oggi.
Ma nella sua vita c’è stato spazio anche per altri sport -nonostante l’atletica rimanga il suo vero amore-. “Anche una volta appese le scarpette al chiodo non posso dimenticare tutta la mia vita trascorsa nel mondo dell’atletica”.
Un ricordo particolarmente bello della sua vita all’interno della Federazione? “Tanti, sono tanti bei ricordi”, forse troppi per essere raccontati a voce. Eppure, tra questi non si può non ricordare il suo grande merito di aver portato in Sardegna l’atletica di livello internazionale, campioni olimpionici, la nostra nazionale italiana: nessuno c’era mai riuscito. E ancora, è proprio all’ex Presidente che si deve l’invenzione del nome “Terra Sarda” per il famoso meeting internazionale di atletica leggera.
Ma come è arrivato a questo nome? “Ero molto attratto e affascinato dalle squadre spagnole, le chiamavano “Terra Mitica”. Cercavo di dare un contributo per questo meeting, così ho deciso di dargli un nome”. Un nome che in pochi hanno dimenticato e in tanti hanno poi “preso in prestito”, un nome a cui Lai è particolarmente legato e affezionato: “io sono sardo, amo la mia regione, amo la mia Sardegna e questi sono i ricordi più belli della mia vita.
E ancora adesso, all’età di 83 anni, il ricordo e la soddisfazione più grande di una carriera come la sua rimane quella di aver creato qualcosa che rimarrà per sempre nella storia dello sport sardo.










