Sardegna zona arancione, per i bar è possibile solo il servizio d’asporto o le consegne a domicilio. Un “coprifuoco” nel “coprifuoco”, visto che già è vietato poter vendere panini e bibite dopo le diciotto a chi si presenta sull’uscio delle caffetterie. Ora, con i tavolini e le sedie vietati, complice forse anche un lunedì di forte vento, gli affari nei bar del centro di Cagliari sono stati tragici. Incassi spariti con percentuale a doppia cifra, c’è chi racconta di aver servito non più di una trentina di caffè e chi si è visto passare, a pochi metri di distanza, oltre le vetrine, i clienti abituali che non hanno voluto acquistare e poi bere in strada un caffè o un cappuccino. E il ritornello, stavolta, è solo uno: “Ingiusto essere finiti in zona arancione, non siamo certo noi gli untori”. E nel mirino finiscono “altri negozi” e “supermercati”, aperti senza nessun tipo di grossa restrizione.
Roberto Fisichella, barista, guarda la cassa vuota: “Situazione da pianto, purtroppo non potendo far entrare i clienti sono nella situazione di lavoro decimato. Se prima facevo cento, ora faccio cinque”, afferma. “I pochi clienti entrati non possono restare dentro il bar, e all’esterno si formano anche piccoli gruppi di persona in attesa, ma a livello economico è inutile. Come mi sento? È un po’ come una corda al collo, una situazione anche sgradevole perchè non puoi reagire, solo rispettare le regole per evitare le sanzioni”. Sanzioni sì, ristori? “A cosa vuole che servano? Sono pochi, limitati, quel poco che hanno dato è insufficiente. C’è rabbia per essere finiti in zona arancione”. Tavolini messi a protezione dell’ingresso anche nel locale di Manuele Muggianu: “Caffè fatti? Veramente molto pochi, c’è stata parecchia solidarietà dei clienti affezionati ma senza il solito passaggio. Sulla zona arancione penso che, se il problema sono gli assembramenti, si creano benissimo nei negozi, ipermercati e centri commerciali. Penalizzare solo la nostra categoria è stata una mossa inopportuna. Alle 18 abbasserò la serranda, non sono attrezzato per fare consegne a domicilio e non ci sarebbe il tanto”. Il barista condivide la richiesta fatta da Christian Solinas sulle regole dei colori per le regioni: “Assolutamente, spero di poter tornare presto in zona gialla, ci è stata tolta ingiustamente la possibilità di lavorare”.











