Lacrime. Senza fine. Lacrime e fiori e abbracci e motorini rombanti. E disperazione. Quella dei genitori che non li vedranno mai più, degli amici ancora increduli, dei parenti sotto choc. Persino di chi quei ragazzi non li conosceva, ma ha imparato in questi due giorni di dolore infinito a sentirli vicini. Vite interrotte all’alba di una domenica maledetta, quando all’uscita da una notte di divertimento e spensieratezza non sapevano di andare incontro alla morte, nella loro ultima corsa verso una meta dove non sono mai arrivati. “Amore mio, come farò ad abituarmi a voltarmi e non trovarti più. Il tuo abbraccio, il tuo caldo abbraccio che mi scaldava il cuore. Buon viaggio, figlio mio”, continuava a dire Giuseppina, la mamma di Alessandro Sanna, mentre i ragazzi della Frassinetti Elmas cercavano di darle conforto, loro che con Alessandro da anni giocavano a calcio.
Negli stessi minuti, l’altrettanto straziante addio a Najibe Zaher, figlia del consigliere comunale di Selargius Omar. Distrutto, polverizzato dal dolore tanto da non riuscire a reggersi sulle gambe mentre fa cadere frammenti di terra sulla bara di sua figlia già calata nelle fredde viscere della terra, salutata da centinaia di persone con un rito musulmano.
Domani le stesse scene strazianti si ripeteranno per l’addio a Giorgia Banchero, alle 16 a Sant’Elia, e Simone Picci, stesso orario ma al cimitero di San Michele.










