“La Sardegna direttamente in zona arancione è una follia, eccessivamente punitiva per la reale situazione. I focolai sono stati circoscritti con opportune zone rosse comunali. I sardi hanno dimostrato responsabilità e altra e maggiore sono certo saprebbero dimostrare”. A dirlo è Michele Pais, il presidente del Consiglio regionale. L’addio alla zona bianca fa infuriare anche le più alte cariche politiche regionali della Lega, dopo il “no” detto a caratteri cubitali da Matteo Salvini ed Eugenio Zoffili. L’Isola, da lunedì prossimo, dovrà fare i conti con tutta una serie di restrizioni, tra bar e ristoranti che potranno lavorare solo con l’asporto, coprifuoco dalle 22 alle 5 e divieto di spostamenti tra Comuni diversi. Oltre a palestre e piscine ancora sbarrate, idem per i centri commerciali e i musei nei fine settimana.
“Mi auguro che Speranza non firmi l’ordinanza, concordando con la Sardegna misure utili ed effettivamente necessarie”, così Pais. “È sbagliato affidare le sorti di una intera comunità esclusivamente ad un freddo algoritmo. La valutazione e l’analisi dei dati per una migliore ponderazione delle misure restrittive (o ampliative), e quindi degli effetti delle stesse, è imprescindibile. Sopratutto in condizioni di minimo scostamento. Inoltre saltare una fascia, la gialla, solo perché sospesa, con l’applicazione delle restrizioni di quella arancione che diventano abnormi, rende tale ponderazione ancora più opportuna. Ministro e Regione decidano assieme misure sanitarie graduali e più opportune”.