La Salute? Per i sardi è sempre più digital

Negli ultimi 12 mesi, quasi 3 sardi su 4 (71%) hanno cercato sul web informazioni sulla propria salute o quella di un familiare


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Negli ultimi 12 mesi, quasi 3 sardi su 4 (71%) hanno cercato sul web informazioni sulla propria salute o quella di un familiare.

È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua dedicato al welfare1, che ha effettuato un’ampia indagine sulla propensione degli abitanti della Sardegna all’utilizzo della rete e della tecnologia in campo sanitario e nella gestione del proprio benessere psicofisico.

 

Dottor Web. Secondo il report, i sardi si rivolgono al web in primo luogo per cercare informazioni e consigli di autodiagnosi e per capire come affrontare una determinata patologia (74%), ma anche per ottenere indicazioni sull’utilizzo di farmaci (57%), sull’impiego di integratori alimentari nella propria dieta (24%) e sulle misure da adottare per prevenire l’insorgere di determinate problematiche (24%).

Vi è poi un 20% che pensa addirittura che, in futuro, blog, forum e siti Internet, spesso a cura di professionisti, potranno arrivare a sostituire in buona parte la figura del medico più tradizionale.

 

Sanità a tutto digital. Ma, naturalmente, il discorso non si limita all’utilizzo dei motori di ricerca. Gli abitanti della Sardegna vedono infatti di buon occhio la sanità digitale e i vantaggi che può apportare.

Tra i servizi ritenuti più utili, la possibilità di prenotare esami e visite specialistiche online (75%), così come quella di consultare referti medici e altri documenti clinici direttamente dal proprio pc o smartphone (58%). Un’attenzione particolare viene riposta anche sulla telemedicina (32%), considerata un valido supporto soprattutto in caso di familiari non autosufficienti.

Il vantaggio maggiore? Per il 53% la comodità, intesa soprattutto come risparmio di tempo che risulta dal non dover fare code o doversi recare nella sede. A fronte di questo, tuttavia, i sardi hanno individuato anche possibili svantaggi: il limite principale è l’esclusione degli utenti che non padroneggiano il digitale (39%), mentre il 17% lamenta l’assenza del contatto personale con professionisti e addetti in grado di dare istruzioni o risolvere problemi specifici.

 

Capitolo app e wearable. Ovvero: dispositivi indossabili, come bracciali o orologi, che permettono di monitorare il proprio stato di salute.

A riguardo, gli abitanti della Sardegna si dimostrano, ancora una volta, piuttosto aperti all’innovazione: quasi due su tre (61%), infatti, li considerano un valido alleato del proprio benessere e si dicono propensi ad utilizzarli. Di questi, il 49% li utilizzerebbe per supportare lo svolgimento di un’attività fisica corretta, contrastando la sedentarietà, il 42% per monitorare i parametri vitali e fisici (come ad esempio, pressione, frequenza cardiaca), anche a scopo preventivo, e un ulteriore 20% come promemoria per l’assunzione di farmaci.

Non tutti però sono d’accordo, tanto che un 39% dei sardi permane piuttosto diffidente a riguardo. Le ragioni? Il 48% dichiara di non avere la costanza necessaria per utilizzarli in modo corretto, il 35% li considera una spesa non necessaria e un 17% non li ritiene affidabili.

 

“Noi di Reale Mutua vediamo positivamente l’avvento della tecnologia in campo medico e sanitario” – commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo. “Siamo lieti che anche i nostri connazionali riconoscano il potenziale dell’innovazione applicata in questo settore, riconoscendo le migliorie che può apportare senza però andare a sostituire il ruolo del professionista. La nostra Compagnia, in tal senso, pone particolare attenzione a due servizi che l’innovazione ha portato e che abbiamo sviluppato per i nostri clienti: la telemedicina, soprattutto per pazienti non autosufficienti, e le applicazioni per la prevenzione, soprattutto contro la sedentarietà”.


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