Bisogna impegnarsi in prima persona, per il centro storico, con tutti quelli che ci stanno. Lamentandosi pure, protestando, proponendo contemporaneamente soluzioni alternative. Non ho potuto esserci, in quel di Marina Hotel, per rispetto degli impegni presi. Affermo, a dispetto degli interventi e del gioiello che La Marina stava diventando, che dovevano essere avviate azioni d’equilibrio: sul piano del traffico, della viabilità dell’occupazione del suolo pubblico. Dando per acquisito che le cose migliori, a mio avviso, l’Amministrazione con il Consiglio e la Commissione competente, le sta conducendo. Ma in questo campo sono necessari interventi di contorno.
Parliamo delle attività commerciali, di ristorazione e varie che insistono alla Marina. Parliamo della convivenza civile, della movida concentratasi nella zona. Vocazione alla ristorazione che il quartiere La Pola ha ed aveva da secoli, certo prima dell’iniziale contrasto, a tinte forti, contro l’avvio della pedonalizzazione. Rivelatasi poi una grande soluzione. Invece sono mancate norme, regolamenti, limiti, rispetto delle ordinanze. Nella visione generale applicata al contesto, non sono apprezzati gli atteggiamenti altalenanti, la forte necessità di un ordinamento non general generalista che solo il piano particolareggiato può indicare. Il Piano Particolaregggiato del Centro Storico, nelle difficoltà, era stato adottato. Ora non si comprende se si è arenato o meno. Io ho sempre avuto oltre l’impressione la convinzione che siamo senza un disegno politico urbanistico della città che “pensiamo” non si vada da nessuna parte. La politica delle varianti non ci piace e, neppure il passo per passo sono opportuni nella nostra meravigliosa città. Un’idea, un sogno di carattere generale è doveroso per il centro storico. Tutto il resto rimane una parcellizzazione che non produce i risultati sperati. Si vola basso. Allora abbiamo sognato? Speriamo di no. Perché abbiamo gambe e fiato finché vuoi.













