Accusato di maltrattamenti, anche alla presenza del figlio, all’epoca dei fatti minorenne, un 61enne dell’hinterland di Cagliari, difeso dall’avvocato Ignazio Ballai è stato assolto “perchè il fatto non sussiste”. La fine di un incubo, di un calvario, che però lascia intatta una situazione di profonda crisi nella quale è piombato l’uomo. Che per la giustizia è innocente, ma che si ritrova a pochi anni dalla tanto sperata pensione senza più un lavoro, una casa e non sapendo nemmeno più come sia cambiata, nel tempo, la faccia del suo unico figlio. La sentenza di assoluzione è stata pronunciata dalla giudice Alessandra Angioni due settimane fa. Nelle carte, ben quindici pagine, trovano spazio, messi in fila, tutti gli episodi che hanno portato l’uomo alla sbarra. Tutto sarebbe avvenuto nel giro di poco più un anno, da novembre 2017 a gennaio 2019. Nella coppia, sposata da diciassette anni, un figlio, più di qualcosa si sarebbe incrinato. La moglie racconta che il marito l’avrebbe maltrattata, spesso da ubriaco, offendendola e minacciandola. E, particolare che aggrava la situazione, davanti al figlio minorenne. Il pm condanna il 61enne a due anni e sei mesi con le attenuanti, la difesa però punta ovviamente sull’assoluzione. Il 5 febbraio 2021 il giudice per le udienze preliminari rinvia a giudizio l’uomo. Ed è durante il dibattimento che la moglie, “in una deposizione ricca di ‘non ricordo’ e di continue contestazioni in aiuto alal memoria”, racconta del matrimonio, avvenuto nel 2000, e che sin dall’inizio della relazione il marito avrebbe mostrato “un carattere molto irascibile”, fatto che l’avrebbe portata nel 2013, dopo tredici anni, ad andare a vivere col figlio dai suoi genitori, chiedere la separazione e rivolgersi a un centro antiviolenza. Nel 2014 però i due tornano insieme e dal 2015 lei sospetta che lui la tradisca.
I litigi sono frequenti, lui la insulta e arriva a sfondare a calci le porte dell’abitazione. La moglie chiama i carabinieri e va tre volte al pronto soccorso, in pochi mesi, denunciando sempre di essere stata picchiata: in un caso le assegnano 5 giorni di cure, in un altro tre e nell’ultimo zero. E, inoltre, rimarcando il fatto che il marito, allontanato dalla casa a inizio 2018 per ordine del giudice, infilasse bigliettini dove regalava al figlio parole positive e di amore e, in parallelo, insulti all’ormai ex moglie. Un gesto che gli costa anche l’accusa di stalking. E nell’ultimo periodo di convivenza, nel 2017, “mio marito era solito bere molta birra, anche se non a casa perchè non glielo permettevo”. I giudici hanno ascoltato anche alcuni colleghi del sessantunenne, che hanno descritto una situazione totalmente opposta: il 61enne avrebbe detto più volte di essere preoccupato dalle scenate di gelosia della moglie che, addirittura, arrivava a chiamare nl negozio dove lavorava lui per sapere cosa stesse facendo. Il giudice ha ascoltato anche il figlio della coppia, che ha confermato gli screzi tra i suoi genitori, confermando anche alcune aggressioni. Spulciando i certificati medici, però, non sono emerse prove sufficientemente valide a reggere le accuse di maltrattamenti da parte dell’uomo. E un altro suo collega ha raccontato che “la moglie era solita controllarlo in maniera assillante, presentandosi spesso anche fuori dal locale dove lavorava per poi aggredirlo verbalmente e prendendolo a urla”. MA, alla fine, la situazione descritta dalla donna viene bollata dal giudice come “nebulosa”, e si notano “numerosi dubbi in pieno alla su attendibilità. Sulla certificazione medica, i sanitari si sono limitati a formulare diagnosi e prognosi sulla base di quanto riferito dalla donna, senza rilevare alcunchè dall’esame obbiettivo. E ipotizzando che alcune ferite la donna se le sia provocate da sola, incidentalmente, nel corso di uno dei loro animati diverbi, o in altro modo”. Insomma, in tribunale viene smontata pezzo dopo pezzo la ricostruzione che avrebbe portato chiunque a pensare di trovarsi davanti a un uomo violento. E la sentenza nei confronti del 61enne è netta: “Assolto perchè il fatto non sussiste”. Contattato da Casteddu Online, il 61enne è un fiume in piena: “Ho perso tutto, la mai vita è stata distrutta. Ho perso lavoro, casa e il mio unico figlio. Spero che, ora che è maggiorenne, un giorno torni da me. È giustissimo condannare le violenze sulle donne e tutelare ogni vittima, ma bisogna pensare anche agli uomini vittime di bugie e invenzioni”. Soddisfatto per l’assoluzione il legale Ignazio Ballai: “Il mio assistito è davvero una persona buona e non si meritava questo lungo calvario, sono felice che in tribunale sia stata accertata la verità dei fatti”.











