Assoluzione per il pastore di Burcei, il verdetto della Corte d’appello di Roma. Zuncheddu, da innocente, è rimasto dietro le sbarre dal 1991 sino a due mesi fa, accusato di triplice omicidio: "È la fine di un incubo"
Un 61enne viene trascinato in tribunale con accuse pesanti: "Pensavo che mi tradisse, mi ha picchiata anche davanti a nostro figlio e spesso beveva". Nel racconto della donna tanti "non ricordo", i colleghi dell'uomo, difeso dall'avvocato Ignazio Ballai (nel riquadro) raccontano di scenate di gelosia scatenate da lei. Risultato? Assoluzione perchè il fatto non sussiste: "Ho perso tutto, anche mio figlio. Giusto condannare le violenze sulle donne, ma pensate anche agli uomini vittime di invenzioni"
L’incubo per un manovale dell’hinterland inizia nel 2019 e si aggrava nel 2020, quando passa 5 mesi dietro le sbarre. Ad accusarlo di minacce e aggressioni la convivente. Il giudice ordina l’allontanamento da casa e lui si rifugia in una catapecchia in campagna. Dibattito lunghissimo, poi la sentenza di primo grado: il fatto non sussiste. La legale dell’uomo, Alessandra Nocco (nella foto): “È scoppiato in lacrime, per lui è finito un incubo e ha già potuto riabbracciare il figlio”
Il tesoriere dell'associazione 'Luca Coscioni' aveva accompagnato l'uomo, tetraplegico e cieco a causa di un incidente stradale, a morire in una clinica svizzera. Accusato di aiuto al suicidio, è stato raggiunto in aula dalla notizia della morte della madre
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