Hanno litigato sabato sera a Senago, nel Milanese, in quella casa dove era tutto pronto per l’arrivo del bambino. Ma Giulia aveva scoperto che il suo compagno, Alessandro Impagnatiello, 30enne barman nei locali più in voga di Milano e già padre di un bambino di 6 anni, la tradiva. Con una sua collega americana, a sua volta rimasta incinta ma che aveva poi abortito. Uno choc per Giulia, che da quel momento non si dava pace e chiedeva spiegazioni, e rassicurazioni, ad Alessandro. Sabato sera, l’ennesima lite durante un incontro che doveva essere chiarificatore, su mandato proprio dell’amante. Ma è finita in tragedia, non si sa ancora se pianificata o frutto di un raptus del momento: Alessandro ha colpito con due coltellate Giulia, incinta di 7 mesi, uccidendo lei e il suo, il loro, bambino. L’ha poi spostata nella vasca da bagno e ha tentato di darle fuoco cospargendola di alcol etilico, ma non ci è riuscito. L’ha trascinata in auto, l’ha portata in un box a 500 metri da casa e lì ha nuovamente tentato di bruciare il corpo per far sparire ogni traccia. Fallito anche questo tentativo, l’ha gettata nell’intercapedine del box. Poi ha preso il telefono e ha mandato un messaggio all’amante: “Sono libero”. Il giorno dopo, ha denunciato ai carabinieri la scomparsa di Giulia, dicendo di averla lasciata dormire a casa mentre lui alle 7 del mattino è uscito per andare al lavoro e specificando che lei era uscita con passaporto e contanti, nel chiaro tentativo di depistare gli inquirenti. Disperati gli appelli della famiglia, finché ieri sera sono state trovate tracce organiche nell’auto dell’uomo. Nella notte, la confessione e le indicazioni che hanno consentito di trovare il corpo martoriato di Giulia.












