Sullo sciopero dei benzinai del 25 e 26 sarà la magistratura a indagare per chiarire se si possa configurare il reato di interruzione di pubblico servizio. Lo afferma il Codacons, che annuncia un esposto alla Procura della Repubblica di Roma affinché apra un’indagine sulla protesta indetta dai gestori delle pompe italiane. “Sospendere in modo totale il servizio per 48 ore, sulla rete urbana e sulle autostrade, sia per la modalità servito che per il self service, rappresenta un atto abnorme che creerà enormi e ingiustificati danni ai cittadini – spiega il Codacons – Uno sciopero che appare ancor più immotivato e sbagliato se si considera che il Governo, su richiesta degli stessi benzinai, ha annacquato il decreto trasparenza, eliminando l’obbligo di indicazione giornaliera dei prezzi medi e riducendo drasticamente le sanzioni per i distributori scorretti”.
“Siamo stati l’unica associazione in Italia a denunciare le anomalie sul fronte dei prezzi dei carburanti, e con i nostri esposti abbiamo ottenuto l’apertura di indagini da parte di Antitrust, Guardia di Finanza e procure – prosegue il Codacons – Per tale motivo e alla luce della situazione attuale, abbiamo deciso di rivolgerci alla magistratura affinché accerti se la protesta dei benzinai, per la durata e per le modalità di attuazione, possa configurare possibili reati come l’interruzione di pubblico servizio – conclude il Codacons”.
Per i carburanti una famiglia italiana ha speso lo scorso anno 335 euro in più, con il gasolio salito in media del 22,1%, la benzina del +11,8%.












