Edicolanti sardi sull’orlo del baratro. “Non ci sentiamo tutelati”: è il grido di allarme lanciato da alcuni operatori del settore, che hanno scritto alla nostra redazione per segnalare una situazione che a detta loro sta portando al totale fallimento le loro attività. Per paura di possibili ritorsioni, le testimonianze riportate di seguito resteranno in forma anonima.
“Lavoro in questo settore da circa 12 anni: 7 da dipendente e 5 da titolare – racconta un edicolante di un comune del cagliaritano – amo il mio lavoro nonostante tutto e tutti. Ho comprato l’edicola cinque anni fa, da qualche tempo essa è precipitata in un buco senza fondo: se dieci anni fa si vendevano circa 100 copie al giorno de l’Unione Sarda, oggi, quando va bene, se ne vendono 30. Noi edicolanti dobbiamo combattere non solo contro la crisi economica che ha travolto tutti, ma contro coloro che in teoria dovrebbero fornirci il materiale per lavorare, contro gli editori che ci costringono a vendere riviste con all’interno le cartoline abbonamento con sconti addirittura del 80%, contro campagne di abbonamenti on line a prezzi stracciati, e ora anche contro i nostri DISTRIBUTORI LOCALI che ogni giorno cercano di affossarci sempre più. Una cosa che proprio non riesco a capire, dato che vivono grazie alle nostre vendite e al nostro lavoro. Ogni giorno è una dura lotta alla sopravvivenza”.
Un’altra testimonianza è di un’edicolante di 26 anni che ha aperto recentemente un’attività commerciale riguardante il settore Edicola.
“Per ottenere la fornitura dei giornali è prevista la sottoscrizione di un contratto con l’ADG Sarda, ossia la sede di distribuzione della nostra zona. Una delle clausole presenti,- sottolinea – mi impone il pagamento di costi relativi alla distribuzione dei giornali. Dopo essermi messa in contatto con gran parte degli edicolanti, ho realizzato che tali costi sono per loro inesistenti , pertanto mi ritrovo ad essere l’unica a dover sostenere queste spese. Ci tengo a specificare che, al momento della sottoscrizione del contratto, ho dovuto accettare tali condizioni poiché purtroppo avevo già investito un’ingente somma di denaro per l’attività. Due settimane fa ho ricevuto il primo addebito della somma di euro 170. Tale operazione è stata giustificata sotto la voce di “operazioni accessorie”. La situazione attuale dunque è questa : tale somma di denaro mi viene addebitata con cadenza mensile provocando nella mia piccola attività disagi economici. Ciò che più scoraggia la categoria degli edicolanti è la mancanza di tutela da parte degli organi competenti di categoria che non ricoprono il loro effettivo ruolo. Loro stessi ci mettono al corrente dei “programmi interni” organizzati dalle sedi di distribuzione. Attualmente uno degli scopi principali per questi ultimi è il voler eliminare le nuove edicole in quanto non soddisfano le loro aspettative di guadagno. Per realizzare i loro intenti hanno pensato bene di addebitarci i costi sopra indicati in modo tale da spingerci al completo fallimento”.
In pratica se tale quota non viene pagata, l’edicolante viene sospeso e quindi non riceve più la merce, e ciò comporta la conseguente chiusura dell’attività.












