Niente uffici regionali. L’ex Caserma Trieste, i ruderi che si affacciano sul viale omonimo di Cagliari, ricoperti dalla vegetazione spontanea e dai ficus monumentali, è stata dichiarata bene di interesse culturale dal Mibact. Si tratta, secondo la relazione storico artistica dell’ufficio ministeriale di “un esempio di architettura militare e testimonianza delle vicende urbane della città di Cagliari, rappresentando un importante documento delle vicende insediative connesse alla rete infrastrutturale ferroviaria e al sistema portuale, fondamentali motori della vita economica della città di Cagliari fino alla seconda metà del Novecento”.
Gelata quindi la Regione, proprietaria dell’area. Appena un anno fa l’ex assessore regionale agli Enti Locali Quirico Sanna dichiarava l’intenzione di realizzare proprio sopra quei ruderi un immobile per il completamento del polo direzionale regionale lungo la direttrice viale Trieste – viale Trento. La scelta In un’ottica di “ottimizzazione logistica degli uffici del sistema Regione, realizzando sia l’esigenza di contenimento della spesa pubblica, mediante l’abbattimento dei canoni delle locazioni, che la valorizzazione del patrimonio dell’Amministrazione regionale, due obiettivi strategici della Giunta Solinas”.
Ma dopo la decisione della Soprintendenza il progetto non potrà più andare avanti. “Il vincolo della Soprintendenza rispetta il Codice dei beni culturali ed era un atto dovuto”, dichiara Marcello Polastri, consigliere comunale Psd’Az, “e finalmente è arrivato a tutela di un luogo che però va salvato dall’attuale degrado, con le carte in regola per diventare quella che da sempre sogno, con tanti Cagliaritani: una foresta urbana per la quale abbiamo presentato un atto votato all’unanimità dal Comune di Cagliari”.
L’area, abbandonata da molti anni e frequentata da senzatetto e tossicodipendenti, è avvolta e semi coperta da una folta vegetazione prevalentemente costituita da rovi oltre che da alcuni imponenti alberi di ficus centenari dalla dimensione monumentale, che le donano i tratti di una insolita foresta urbana. I fabbricati sono in gran parte privi delle coperture, ma conservano muri d’ambito e le partizioni interne. L’ex “Caserma Trieste” sorge su un terreno noto fino al 1936 come “Stallaggio Meloni”, un’area adibita a deposito per i carri merci diretti al porto. Chiuso il deposito carri, dal 1920 (e fino al 1925) l’area è diventata campo sportivo per le gare calcistiche del Cagliari Football Club. Nell’ex Stallaggio Meloni l’8 settembre del 1920 fu disputata la prima partita della storia dei rossoblù.
Nel 1936 l’area, ancora di proprietà della famiglia Meloni, fu espropriata dalla Regia Aereonautica per la costruzione di una caserma destinata all’acquartieramento degli avieri denominata “Caserma Trieste”, con officine di supporto alla Aviazione Legionaria, impegnata in quegli anni nel sostegno al franchismo in Spagna. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Caserma Trieste passò all’Esercito, che la utilizzò come alloggio ufficiali. Dal 1968 la Caserma venne gradualmente dismessa e, nel 1973, fu ceduta alla Regione. Dopo la cessione, la Regione ha concesso l’utilizzo di una parte al Comune di Cagliari, per l’insediamento della sede del Corpo dei Vigili urbani. Gran parte dell’area è rimasta però inutilizzata ed abbandonata causando il progressivo degrado dei fabbricati fino all’attuale stato di rudere.
La Regione aveva deciso di realizzare uffici potenziando il polo direzionale Viale Trieste-Viale Trento, ma ora dovrà rivedere la soluzione. Un altro sgambetto della Soprintendenza che, appena il giorno prima del vincolo all’ex Caserma Trieste, aveva deciso di vincolare anche il “Silos nuovo ed edificio adibito a uffici” dell’ex Semoleria di via La Playa. La Regione voleva buttarlo giù per ampliare il nuovo campus universitario appena inaugurato. Ma dovrà rivedere i piani perché la Soprintendenza l’ha dichiarato bene di interesse culturale in quanto “testimonianza dell’evoluzione storica di uno dei più grandi siti dell’industria molitoria italiana, nonché testimonianza della storia economica e produttiva della Sardegna. Il Silos Nuovo, parte integrante del Silos Vecchio di cui costituisce un ampliamento, è un fabbricato naturale di interesse architettonico”.