Il “copione” è quello di tanti altri casi, ma stavolta è più lungo del solito, almeno per quanto riguarda i giorni trascorsi. Dal 9 ottobre a oggi sono ventidue. Ventidue giorni fa, infatti, una dodicenne cagliaritana si sente male: arriva la febbre, il termometro non mente. “Ho subito avvisato a scuola e, poi, la pediatra”, spiega la madre, Veronica M., 45 anni (nome di fantasia per tutelare la privacy della minore): “La dottoressa ha subito segnalato, martedì 13 ottobre, la situazione all’Ats”. E inizia l’attesa: “Nessuna telefonata per fare il tampone, ho richiamato dopo qualche giorno la pediatra e mi ha detto che dovevamo avere pazienza. Il 23, finalmente, sono stata contattata, e il giorno dopo mia figlia ha fatto il test”. È “il 24 ottobre”. Da quel giorno, la donna attende di ricevere l’esito. E la sua figlioletta continua “a non poter uscire, ovviamente, e a non poter andare a scuola, frequenta una seconda media”. A supporto del suo racconto, la 45enne mostra varie email spedite a degli indirizzi dell’Ats Sardegna.
E le risposte sono anche arrivate: “Buongiorno, sono la mamma della 12enne che ha fatto il tampone il 24/10/20 non riesco a entrare nell’app di mia figlia, vorrei sapere l’esito. Positivo o negativo?”. Risposta: “Gentilissima, la informiamo che il risultato del tampone può richiedere 72 ore per essere elaborato. La invitiamo cortesemente ad attendere”, questa una delle risposte, che precede un’altra risposta ad una nuova richiesta della donna: “Potrebbe indicarci quando è stato effettuato il tampone?”, chiede l’Ats ieri, il 29 ottobre. Risposta: “È stato fatto il 24/10/20 in tarda mattinata”. Poi, almeno sinora, solo il silenzio. “È una situazione assurda”, osserva la 45enne, “siamo tutti fermi in attesa dell’esito di questo tampone. Nel frattempo mia figlia sta bene, non ha più la febbre ma non può uscire di casa o tornare a scuola”.











