La Cassazione con una sentenza originale e storica aveva punito severamente la condotta di una madre che aveva mostrato tanto odio nei confronti dell’ex marito, accusandolo ingiustamente di aver abusato della famiglia e generando nella piccola la sindrome da alienazione genitoriale. Con la sentenza 7452/2012, disposta dal Tribunale di Mantova, confermata sino in Cassazione, la donna era stata condannata a pagare un pesante risarcimento di 15mila euro nei confronti dell’ex marito e di 20 mila euro per la bimba. La giustizia quindi in questo caso “premia” i papà che soffrono per la separazione dai propri figli, a causa della rottura del rapporto con una ex assai vendicativa. Una sofferenza che la Cassazioneha riconosciuto e “premiato”, nel vero senso della parola, con un risarcimento per i danni subiti da lui e posti a carico della ex-moglie. Secondo quanto riportato nel portale “Studio Cataldi”, il giudice aveva disposto l’affidamento congiunto della loro unica figlia, nata nel 1996, oltre che al pagamento da parte del padre di un assegno di mantenimento e della metà delle spese sostenute dalla madre per la figlia. Il Tribunale però aveva preso anche una decisione assolutamente straordinaria: alla donna sarebbe toccato infatti sborsare parecchie migliaia di euro per il marito e persino di più per la figlia. La madre aveva manifestato un astio tale nei confronti dell’uomo, tanto da accusarlo anche di aver abusato della minorenne; accusa che si era poi rivelata falsa, e che avrebbe potuto spingere il marito a querelare la ex. La donna però non aveva gradito la condanna al risarcimento dei danni disposta dal giudice di primo grado e si era quindi rivolta in appello, con risultati non proprio sperati. I giudici della Corte d’appello di Brescia avevano infatti annullato il risarcimento dovuto alla figlia, ma non quello dovuto al padre. Unica consolazione: l’importo era stato ridotto a 10mila euro. Da qui la decisione di tentare la via della Cassazione, puntando su varie motivazioni, tuttavia, la Prima sezione civile, con sentenza 7452/2012, aveva respinto il ricorso della donna, confermando così il suo obbligo a risarcire il padre.
(Fonte: www.StudioCataldi.it)













