Non solo anoressia e bulimia. Il nuovo allarme oggi è la drunkoressia, un nuovo disturbo alimentare, con conseguenze gravissime sulla salute, che si stima in Italia colpisca almeno 300mila ragazzi tra i 14 e i 17 anni. Consiste nel digiunare per poter bere grandi quantità di alcool, soprattutto la sera, in occasioni di feste e serate nei locali, senza incorrere nel rischio di aumentare di peso. Una vera emergenza che non risparmia i giovani sardi, come si legge nell’articolo di Bernardo Carpiniello e Federica Pinna, della Clinica Psichiatrica dell”Università degli Studi di Cagliari, pubblicato oggi sul sito Sardegnamedicina.it che rivela i risultati preliminari di un’indagine condotta su un ampio campione di popolazione giovanile della Sardegna.
La Clinica Psichiatrica Universitaria di Cagliari, diretta dal professor Bernardo Carpiniello, sta conducendo uno studio nell’ambito di un progetto di ricerca autofinanziato in collaborazione con la Direzione di Diversi Istituti Scolastici Superiori della Sardegna. L’obiettivo è valutare, in un campione rappresentativo di studenti adolescenti delle diverse province della Sardegna, la prevalenza del rischio clinico di sviluppare un Dca e di incorrere in problematiche alcol correlate, la diffusione della drunkoressia, dell’uso di alcolici e di sostanze stupefacenti.
Si tratta del più ampio studio in quest’ambito condotto a livello italiano che ha coinvolto 3067 studenti sardi, con una rappresentazione delle diverse realtà regionali, e il primo studio sulla drunkoressia condotto in Italia. La prima tappa del progetto ha coinvolto 965 studenti, su 1150 iscritti, del Liceo Scientifico “A. Pacinotti” di Cagliari. La seconda tappa ha coinvolto Oristano con la valutazione di circa 700 studenti del Liceo Classico “S.A. De Castro” e degli Indirizzi Tecnico Commerciale e Turistico dell’ISIS “L. Mossa”. A seguire l’Istituto Tecnico Industriale e il Liceo Scientifico dell’ITI di Tortolì, l’Istituto Minerario “G. Asproni” di Iglesias, il Liceo Scientifico “L. Mossa” e l’ Istituto IPIA di Olbia.
Dai dati preliminari dello studio, relativi all’Istituto Scolastico cagliaritano, in fase di pubblicazione, emerge che il 19 per cento del campione totale (il 37 per cento delle femmine) ha un rischio clinico di sviluppare un Dca, il 7,5 per cento un rischio clinico elevato. Oltre il 65 per cento dei ragazzi valutati fa uso di alcolici, circa il 25 per cento almeno una volta alla settimana. Il 15 per cento fa attualmente o ha fatto uso nel corso della vita di sostanze stupefacenti, per lo più cannabinoidi. Il 24 per cento dei ragazzi ha messo in atto nell’ultimo anno comportamenti volti al controllo del peso prima, durante o dopo aver assunto bevande alcoliche (saltare i pasti o non mangiare per un’intera giornata e/o vomito autoindotto e/o eccessivo esercizio fisico etc.). Circa il 12 per cento dei ragazzi è risultato avere un rischio, da moderato a elevato, di incorrere in problematiche alcol-correlate.
“Nell’affrontare i Dca la Sardegna vive un ritardo gravissimo rispetto all’Italia e all’Europa, non essendo stata predisposta nel territorio alcuna struttura sanitaria pubblica o privata dedicata che utilizzi un approccio integrato e multidisciplinare per la prevenzione e la cura di queste patologie, come da linee guida internazionali”, spiegano Carpiniello e Pinna. “I dati preliminari emersi dallo studio rappresentano un campanello d’allarme per le possibili conseguenze, sia legate al disturbo alimentare che all’uso di alcolici, evidenziando un grande bisogno, in questo ambito, sia in termini di prevenzione che di cura. Come fase conclusiva del progetto sono previsti degli incontri locali rivolti a genitori, insegnanti e studenti, con lo scopo di sensibilizzare gli stessi sulla problematica dei disturbi alimentari, illustrare e discutere i dati emersi dall’indagine”.












