La mattina del 22 Luglio ho subito un frontale nella 195 e hanno dovuto estrarre il mio corpo rotto dalle lamiere. Portata con il codice rosso al Santissima Trinità sempre cosciente, ho ricevuto le prime cure al pronto soccorso. Mi hanno quindi ricoverata in chirurgia generale per due giorni in attesa che guarissi dai versamenti dal polmone e da quello epatico, per poi trasferirmi in Traumatologia/ortopedia in attesa dei due interventi che avrei dovuto subire alla caviglia con due fratture scomposte a tibia e perone. E qui sono stata catapultata in un ambiente totalmente nuovo . Si sa che il paziente entra in ospedale spesso sotto shock in seguito ad un trauma , emotivamente/psicologicamente fragile, quindi anche l’approccio con il curato deve avere le giuste cautele che lo aiuteranno a sentirsi meno perso in un posto che non sono le calde mura di casa. Io, caduta in un incubo che mi ha resa momentaneamente invalida, ho poi conosciuto i caldi abbracci degli OSS di reparto.
Queste figure, che hanno un contatto continuativo e diretto con il paziente h24. Offrono mani preparate e amorevoli senza batter ciglio nonostante la mole di lavoro sia davvero tanta , sopportano le fatiche fisiche nello spostare i pazienti per assisterli, accolgono e comprendono le lamentele di pazienti più anziani e fragili, spronano chi pensa di non poter raggiungere traguardi nel migliorare la salute. La notte in guardiola loro non la passano mai, li senti sempre avanti e indietro che ad ogni campanello di stanza che suona corrono per dare immediata assistenza con parole dolci e amorevoli nonostante ci sia chi chiami a vuoto solo per aver un po di compagnia. Sono sotto organico ma in due fanno il lavoro di 6 con il sorriso. Io personalmente sono immensamente grata alle OSS Sonia, Valentina, Paola, Daniela, Sara, Miriam, Francesca, Alessio, Luciano, con la quale ho interagito di più, ma sono davvero tutti meravigliosi. Stesso discorso per gli infermieri con una nota speciale per Luca che in sala operatoria mi ha tranquillizzato come fossi sua sorella. Ora so che in Sardegna non esiste solo la malasanità, e dentro le porte del Santissima Trinità, se sbirciamo nei corridoi, potremmo vedere dei veri e propri Angeli in corsia. Io li ho incontrati e vissuti ricevendo il loro caldo abbraccio e tutta la loro devozione al prossimo.
Simona Masia











