Gli impediscono di entrare al supermercato con il suo cagnetto, ma lui non ci sta e solleva critiche alla policy della catena. Protagonista è Salvatore Garau, fondatore e titolare di Cagliari Live Magazine, che racconta pubblicamente la sua esperienza al Lidl di Sestu. Sul web si scatena la polemica tra favorevoli e contrari. La vicenda ha scatenato un dibattito accesissimo sul web. Da un lato c’è chi ritiene che la presenza degli animali non rappresenti un problema, anzi: “Senza contare gli esseri umani che frugano la frutta e la verdura senza usare i guanti con le mani sporche, senza sapere cosa hanno toccato… penso che sia più pulito un cane. Se sta nel carrello apposta per i cani, quale è il problema?”. “Che fastidio dà un cane in un supermercato? Se è educato e non crea problemi, non vedo perché debba stare fuori. Limiterei l’accesso a tanti clienti a due zampe che sono maleducati”. Non mancano però posizioni più caute: “Un cucciolo che stia in braccio o nel carrello nessun problema. Un cane più grande può certamente creare disagi: con il buon senso si possono evitare situazioni problematiche”. Altri segnalano soluzioni già sperimentate: “Ci sono discount attrezzati con il carrello apposito. L’ex Auchan lo consentiva. Ma non tutti hanno le stesse policies”. C’è poi chi sottolinea l’aspetto della libertà d’impresa: “Ogni azienda è libera di decidere cosa è giusto o sbagliato in casa sua! Nel mio mini market possono entrare… certo, un San Bernardo non saprei dove farlo passare”. Ma non mancano le voci contrarie nette: “I cani devono stare a casa quando si va a fare la spesa!”. Tra i favorevoli, qualcuno lega la questione anche a esigenze particolari: “Io vado solo nei supermercati con a disposizione carrelli per gli animali. Il mio cane è nato cieco, non posso lasciarlo a casa da solo”. Il caso dimostra come il tema resti divisivo: se da un lato cresce la sensibilità verso una convivenza sempre più stretta tra persone e animali, dall’altro resiste l’idea che spazi come i supermercati debbano restare interdetti.










