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Intervento pionieristico al Brotzu: eseguito il primo trapianto in Sardegna con rene da donatore a cuore fermo

La particolarità dell’intervento è data sia alla tipologia del donatore che alle procedure messe in atto ai fini della conservazione dell’organo prelevato. A differenza della consueta donazione effettuata da donatore in morte encefalica nel quale il decesso viene accertato attraverso criteri neurologici, in questo caso il decesso è stato accertato attraverso criteri cardiologici, con l’esecuzione di un elettrocardiogramma registrato piatto per 20 minuti, così come previsto dalla normativa.

di Claudia Assanti
9 Luglio 2025
in sardegna, zapertura1

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Brotzu, i medici preparano un clamoroso sciopero: “Siamo i meno pagati di tutta la Sardegna”

Importante passo avanti nella medicina dei trapianti in Sardegna: è stata eseguita presso l’ARNAS Brotzu di Cagliari la prima donazione a cuore fermo controllato ed il primo trapianto di rene prelevato da questa tipologia di donatore. Un intervento che segna un importante traguardo scientifico, tecnico ed organizzativo possibile grazie alla generosità di un uomo che aveva espresso in vita la volontà di donare gli organi. A ricevere l’organo un paziente affetto da insufficienza renale cronica iscritto in lista di attesa regionale. La particolarità dell’intervento è data sia alla tipologia del donatore che alle procedure messe in atto ai fini della conservazione dell’organo prelevato. A differenza della consueta donazione effettuata da donatore in morte encefalica nel quale il decesso viene accertato attraverso criteri neurologici, in questo caso il decesso è stato accertato attraverso criteri cardiologici, con l’esecuzione di un elettrocardiogramma registrato piatto per 20 minuti, così come previsto dalla normativa.

 Da un punto di vista tecnico, la procedura relativa alla donazione a cuore fermo consta di due principali momenti: nel primo, immediatamente dopo il decesso, viene avviata, con sistema ECMO, una circolazione extracorporea sul donatore cadavere che ossigena e rimuove l’anidride carbonica dal sangue così da garantire la perfusione degli organi addominali. Nel secondo momento, dopo il prelievo, ogni singolo organo viene ri-perfuso con un apposito device in condizioni di ossigenazione, pressione e temperatura controllate, al fine di migliorarne la performance prima del trapianto.

 Dopo il prelievo il rene è stato sottoposto a tecniche di riperfusione mirate a ridurre il danno da ischemia provocato dalla cessazione del battito cardiaco e quindi del circolo sanguigno del donatore e che hanno agevolato, oltre alla valutazione della qualità della funzione dell’organo, anche alcune forme di “trattamento”, in grado di migliorare la “performance” dell’organo stesso.

Si tratta di procedura complessa che ha visto il coinvolgimento coordinato di numerosi specialisti e strutture. Le attività sono state coordinate dal Centro Regionale Trapianti diretto dal Dott. Lorenzo D’Antonio, coadiuvato dalla Dott.ssa Francesca Zorcolo in sinergia con il Coordinamento Locale, diretto dal Dott. Antonio Manti.

Il procedimento ha richiesto la partecipazione multidisciplinare di tutti gli operatori sanitari delle strutture dell’ARNAS: Rianimazione (le Dott.sse M. Emila Marcello e Silvia Delitala), Cardiochirurgia (Dottor Emiliano Maria Cirio), Neuroradiologia (Dottori Siotto e Federico Fusaro), Cardionaestesia (Dott. Manlio Manconi), Laboratorio – Anatomia patologica e Centro Trasfusionale ( Dott.sse Cristiana Marinelli, Daniela Onnis e Giulia Fadda), Servizio di Psicologia (Dott.ssa Fabrizia Salvago),  Neurologia (Dott. Giovanni Cossu) e delle Professioni sanitarie (Dott.ssa Bruna Dettori ).

 Il trapianto d’organo infine è stato effettuato grazie al lavoro coordinato dall’equipe delle Strutture di Urologia, diretta dal Dott. Andrea Solinas e Nefrologia e Dialisi, diretta dal prof. Antonello Pani.

“L’utilizzo di organi da donatori a cuore non battente rappresenta una delle frontiere più avanzate della medicina dei trapianti. In Sardegna questo importante percorso è stato avviato nel 2024 con l’istituzione di un tavolo tecnico regionale, che ha portato alla definizione di un protocollo operativo condiviso, approvato con la Delibera n. 8/26 del 2025. Un lavoro corale che ha permesso di costruire percorsi organizzativi sicuri e pienamente allineati agli standard nazionali, garantendo il massimo controllo sulla qualità e sulla sicurezza del sistema”. Dichiara il Commissario Straordinario dell’ARNAS Brotzu, Maurizio Marcias. “Grazie a questo protocollo, oggi è possibile ampliare la platea dei potenziali donatori, rafforzare la rete dei trapianti e, soprattutto, offrire nuove opportunità di cura a tanti pazienti in attesa. Il primo trapianto da donatore a cuore fermo eseguito all’ARNAS Brotzu rappresenta un risultato di straordinaria rilevanza: non solo per la nostra Azienda, ma per l’intera rete regionale, che compie un deciso passo avanti verso standard sempre più elevati di qualità, sicurezza ed equità. È un traguardo che guarda al futuro della medicina trapiantologica, e alla vita di chi attende con speranza l’unica terapia possibile: il trapianto”.

“Un sentito e profondo ringraziamento va a tutti i donatori di organi della Sardegna e alle loro famiglie, che con un gesto di straordinaria generosità e altruismo hanno scelto di donare vita”. Commenta il Dott. Antonio Manti, Direttore del Coordinamento locale. “È grazie a loro se la nostra Isola si conferma tra le regioni più virtuose d’Italia per numero di donazioni, testimoniando una forte sensibilità civile e un profondo senso di comunità”.

Tags: brotzu
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