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L’amara riflessione del sindaco di Nughedu San Nicolò, sulla piaga degli incendi che sta devastando quest’estate la Sardegna, e che ha distrutto anche centinaia di ettari del territorio che amministra.
“Fatalità? coincidenza? sfortuna? No niente di tutto ciò. Questa è una guerra. Una guerra in piena regola fra noi e questi criminali che va combattuta con tutte le forze che abbiamo. Anche oggi dobbiamo la sopravvivenza del nostro territorio agli uomini che erano pronti a morire sul campo. E non sto esagerando.
Occorre esserci e viverle queste situazioni per capire cosa voglia dire andare incontro alle fiamme, a quella colonna di fumo che curva dopo curva si fa sempre più cupa e spaventosa. A pensarci bene è un gesto totalmente innaturale. L’istinto ti dice di tornare indietro e invece qualcosa ti spinge a non fermarti. E poi ci sono gli occhi di chi è sul fronte del fuoco. Agenti, coordinatori, operai, volontari. Hanno tutti lo stesso sguardo arrossato, stanco ma incredibilmente determinato. E Non si arretra di un metro.
Per i ringraziamenti potete guardare quelli che abbiamo fatto il 7 Luglio. Sono sempre gli stessi. Il Dottor Muntoni, presente sul posto a tempo di record, il Dottor Casula, l Assessore Lampis, il Corpo Forestale. Tutto l’apparato di Forestas. La Protezione civile, la compagnia Barracellare, i vigili del fuoco e l’arma dei carabinieri.
Ai volontari invece, oltre al ringraziamento, devo una birra per avermi riaccompagnato a casa ad operazioni concluse.
Giusto un appunto. Sempre il solito. Le guerre si vincono con gli uomini sul campo e noi non ne abbiamo più e fra qualche anno sparirà tutto l’apparato che oggi ci ha salvato. Questo però è solo compito della politica. Io sull’elicottero non ci ero mai salito fino a quest’anno, ma ora sta diventando un abitudine di cui posso fare molto volentieri a meno. Che noi siamo gente di terra.