“In 3 anni 10 miliardi in fumo per le famiglie”: la corsa dell’inflazione è un’emergenza sociale, in Sardegna di più

La denuncia di Confesercenti: continuerà a diminuire il potere d’acquisto, e fare la spesa sarà sempre più una corsa a ostacoli fra offerte e promozioni. Nell’isola prezzi impazziti più che nel resto d’Italia


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

L’inflazione, con la conseguente, inarrestabile galoppata dei prezzi al consumo, non concede tregua ai sardi, stremati da un costo della vita senza precedenti. I consumi arrancano, e siamo ancora molto distanti dai dati pre pandemia.

“La corsa dei prezzi non si ferma. Il tasso di inflazione resterà sopra il +2% almeno fino al 2025, e rischia di bruciare in tre anni 10 miliardi di euro di potere d’acquisto delle famiglie. Un calo che incide sulla crescita dei consumi e potrebbe depotenziare, di fatto, gli eventuali benefici della riforma fiscale in arrivo”. A stimarlo è Confesercenti. L’era della bassa Inflazione, infatti, “sembra ormai del tutto terminata”, sottolinea Confesercenti. “Anche se il picco del 2022 appare episodico e determinato da fattori esterni come lo choc energetico, in prospettiva torneremo a sperimentare un’inflazione permanentemente più elevata di quella con cui ci eravamo abituati a convivere. Ci aspettiamo infatti un tasso di aumento dell’indice dei prezzi del +5,7% nell’anno corrente, del +3,8% nel 2024 e del +2,8% nel 2025. Solo nel 2026 si dovrebbe assestare sul +2%, la soglia comunemente considerata come obiettivo per la stabilità dei prezzi. Un punto d’arrivo, comunque, quadruplo rispetto al tasso medio di Inflazione del +0,5% che si è registrato nel quadriennio 2016-2019, prima della pandemia”. Uno scenario che avrà conseguenze importanti sul potere d’acquisto delle famiglie, sottolinea Confesercenti, per cui “considerando anche la perdita già maturata nel 2022, la compressione subita dalla capacità di spesa delle famiglie ammonterebbe, nella media 2022-2025, al 16% del reddito disponibile. Per avere un termine di confronto, si consideri che nel quadriennio 2016-2019, l’erosione di potere d’acquisto provocata dall’Inflazione era stata in media dell’1,5%”.

L’impatto inflazionistico sta inoltre rallentando il recupero dei livelli di consumo pre-pandemici, che nelle attuali condizioni non potrà essere completato prima del 2025. E si allontana sempre di più anche l’obiettivo di recuperare i livelli precedenti alla crisi finanziaria internazionale: se prendiamo a riferimento il valore dei consumi reali del 2007, a fine 2025 mancheranno ancora 18 miliardi.


In questo articolo: