Il 2024 ha segnato per Andrea la perdita della sua amata sorella, 42 anni, una vita ancora da vivere se non fosse stato per le mani crudeli del marito che, dopo aver straziato il corpo e l’animo di Francesca, ha deciso di liberarsi del suo corpo riponendolo in un borsone. E gettandolo via, come spazzatura, senza nemmeno mostrare una briciola di umanità nei confronti di quella donna che aveva promesso di amare e proteggere. Il buio è calato, un femminicidio che ha sconvolto l’Isola intera, che ha sperato, dopo aver appreso la scomparsa della donna, che fosse ancora viva, da qualche parte. Ma così non è stato, e in uno di quei giorni di luglio, tra il caldo asfissiante e le lacrime copiose che segnavano il viso anche di chi non conosceva Francesca, è stata ripresa, almeno ciò che rimaneva di lei, portata via da quella terra in mezzo alla vegetazione, luogo del suo ultimo viaggio in compagnia dell’assassino.
Il paese dove viveva, San Sperate, ha annullato le feste del periodo, è sceso in strada per urlare in silenzio tutto il dolore e la volontà di mettere fine alla mattanza di chi vuole annientare la vita altrui con estrema semplicità, di chi non ha rispetto nei confronti della donna e la interpreta come un oggetto di cui sbarazzarsi quando non vuole più o è diventata scomoda per le proprie ambizioni di vita.
A dedicare parole e pensieri verso Francesca è l’avvocato di Andrea, Gianfranco Piscitelli, che, attraverso un post social, racconta il primo Natale del fratello di quella donna entrata nel cuore di tutti: “Per Andrea Deidda oggi non è Natale: un velo di tristezza offusca la gioia di queste festività. L’assenza di sua sorella Francesca e la certezza del non ritorno si fa sentire profondamente, lasciando un vuoto incolmabile. Il calore delle luci natalizie non riesce a scaldare il suo cuore avvolto dal dolore. I ricordi di una infanzia felice insieme, uniti davanti alle luci che adornano l’albero di casa scintillante e custode di regali e sorprese, affiorano, dolci e amari, come le melodie delle canzoni festive. Un nodo alla gola lo stringe, impedendo alle parole di esprimere appieno la sofferenza. Il pensiero costante rivolto a Francesca che non c’è più perchè barbaramente uccisa da quell’uomo che per oltre vent’anni ha amato, quell’uomo che doveva proteggerla, come falsamente le aveva giurato, rende ogni momento pesante. La speranza di un futuro sereno sembra lontana, un miraggio nel deserto del dolore. Giustizia e Verita per Francesca sono oramai affidati ad uomini che giudicheranno con i codici. Andrea, a cui sono vicino non comevavvocato di fiducia ma come un fratello maggiore, non mi trasmette desideri di vendetta ma mi guarda triste ed indifeso e si chiede, mi chiede, “perché”! Stando a tutti i depistaggi e le false rappresentazioni dell’orrendo gesto rappresentate dall’assassino di Francesca, non so se io o la Giustizia terrena riusciremo a rispondere alla sua domanda; ma una risposta Vera l’assassino dovrà prima o poi darla a Qualcuno a cui non si può mentire e dovrà darla! … e, sino a quel momento estremo, dovrà darla anche a se stesso quando, nelle notti di Natale ed in tutte le notti che passerà a scontare la sua certa pena terrena, dovrà confrontarsi con se stesso. Che la luce di queste feste possa, nonostante tutto, portare un po’ di conforto e pace al caro Andrea che continua a guardare con gli occhi lucidi la foto che stringe tra le mani e mi affida per mostrarla a chi amava Francesca ritornando col pensiero ad attimi di gioia e felicità.
Buon Natale dolce Francesca, ovunque tu sia”.











