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Il Progetto europeo Erasmus+ in Sardegna

di Valeria Putzolu
23 Giugno 2023
in sardegna

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Il Progetto europeo Erasmus+ in Sardegna
Meme, post, foto, video, poesie e sceneggiature caricate sull’App, il patrimonio culturale e le nuove generazioni più vicini grazie al linguaggio giovane.
Un mese di iniziative, studio, lavoro, ma anche divertimento. Un mese di crescita collettiva e di produzione culturale. 4 siti, 25 ragazzi, 11 gestori del patrimonio: sono i numeri di queste ultime settimane del progetto “Cooltour – Millennial for cultural heritage”, che dopo la Serbia ha toccato 4 siti storico-archeologici dell’Isola per proseguire nel programma di valorizzazione e potenziamento del legame tra patrimonio culturale e nuove generazioni.
È un’esperienza di cooperazione e condivisione che intende alimentare anche tra i giovani la consapevolezza della prosperità del patrimonio archeologico. Il progetto europeo Erasmus+ coinvolge ben 6 Paesi europei – Italia, Serbia, Slovenia, Cipro, Croazia e Ungheria -, ha come capofila l’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo e gode della collaborazione dell’Agenzia Nazionale per i Giovani, nonché di diversi enti di ciascun Paese coinvolto.
Quattro siti di interesse culturale diverso, quattro perle del patrimonio sardo si sono prestate agli occhi e alla fantasia dei ragazzi, concedendosi a un nuovo tipo di comunicazione, giovane, smart, in linea con i tempi. Il 26 e il 27 maggio il primo workshop si è svolto negli spazi dell’ex mattatoio di Serramanna, sede scelta per ospitare la collezione dei beni archeologici ritrovati nel sito di Su Fraigu; il secondo, il 13 e il 14 giugno, è andato in scena nel Complesso Archeologico Su Mulinu e nel Museo, a Villanovafranca; a seguire, il 15 e 16 giugno i ragazzi si sono ritrovati nell’iglesiente, nel suggestivo Tempio di Antas di Fluminimaggiore; infine il 19 e 20 giugno ultima tappa a Pula, nell’area archeologica di Nora. Quattro iniziative che sono state possibili anche grazie alla collaborazione e alla disponibilità delle Amministrazioni comunali e dei gestori dei siti, ovvero la Cooperativa il Coccio, la Cooperativa Start Uno e la Fondazione Pula Cultura Diffusa.
Ministeri, mondo universitario e organizzazioni attive in ambito culturale uniti con l’obiettivo comune di coinvolgere i millennials e renderli protagonisti, per imparare a vedere i beni culturali anche da un altro punto di vista. E i ragazzi non si sono di certo tirati indietro. Nei 4 workshop sardi, che hanno fatto seguito alla tappa serba dove si erano ritrovati ben 60 giovani provenienti dai 6 Paesi coinvolti, è stata affinata una nuova metodologia di lavoro, un programma mirato per dare immediata concretezza al lavoro svolto: visita guidata; individuazione di temi di interesse sia per i gestori che per i ragazzi; approfondimenti tematici; raccolta di materiali; co-produzione di contenuti; caricamento; feedback e valutazione.
Un sistema certosino, portato avanti con convinzione sul territorio, con due precipui punti di forza: adattarsi ai bisogni dei siti, lavorando su ciò che li caratterizza; adeguarsi alle modalità di lavoro, alle competenze, alle strutture locali, per assicurare così la replicabilità del modello. Perché ogni sito ha il suo proposito; nel caso specifico: Serramanna aveva appunto la necessità di attivare un gruppo di ragazzi intorno al progetto di riqualificazione dell’ex mattatoio; Su Mulinu voleva valorizzare l’altare nuragico, unicum sul territorio, e creare nuovi percorsi interpretativi per il museo; Antas aveva già iniziato a lavorare sul binomio sito-natura; Nora era interessata ad attirare un nuovo target e arricchire le visite guidate con nuove prospettive.
I ragazzi si sono pertanto adoperati per creare prodotti in linea con queste esigenze, creando meme, post, foto, video, poesie e persino piccole sceneggiature. Entrando nel dettaglio: a Serramanna i ragazzi hanno lavorato alla pianta dell’ex mattatoio dopo la conversione in centro culturale e avviato un brief per creare un murales in facciata; a Su Mulinu sono nati meme e video sull’unicità dell’altare; Antas ha ispirato video e post sul tema della femminilità, ma anche altri lavori che esaltano la bellezza e la spiritualità del luogo; a Nora è scattato uno storytelling sulle matrone romane e il loro mondo. I materiali prodotti sono stati poi caricati sulla piattaforma e sono visionabili all’indirizzo https://cooltour.app/news-feed/.
Il primo bilancio dei 4 wokshop è pertanto assolutamente buono, così come positive sono le valutazioni degli stessi ragazzi e dei vari heritage manager sull’attività sin qui svolta. La partecipazione, l’interesse e l’entusiasmo dei giovani sono assolutamente fondamentali per la riuscita del progetto; l’entusiasmo dei professionisti nell’accettare e condividere questi estratti di leggerezza che vanno a mescolarsi al sapere e al racconto scientifici è altrettanto indispensabile.
Il dialogo tra esperti proseguirà nei prossimi giorni ancora in Sardegna. Venerdì 23 giugno infatti tutti i partner coinvolti nel progetto parteciperanno al meeting in programma al Teatro Massimo di Cagliari. Un’altra riunione operativa nella strada tracciata per provare a ‘capovolgere’ la consuetudine, con i giovani assoluti protagonisti, veri e propri manager di una nuova frontiera della comunicazione nell’ambito della valorizzazione del patrimonio culturale.
Tags: Sardegna
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