Sembra assurdo, invece è davvero così: “Sono troppo specializzato, in Sardegna non c’è posto per me”. A dirlo è Danilo Agus, 43enne di Cagliari, da diciannove lavoratore al Porto Canale con il ruolo di coordinatore degli sbarchi delle navi che arrivano nelle acque cagliaritane cariche di merci. Proprio quelle stesse navi che stanno “marcando visita” da troppo, troppo tempo. In settecento rischiano di andare a casa, e la preoccupazione aumenta giorno dopo giorno: “Sono sposato, non ho figli e il mio è l’unico stipendio che entra in casa. Salvini, ma anche tutti gli altri protagonisti politici, devono aiutarci in tempi rapidi”, afferma Agus. “Chiudere il porto vuol dire creare un grave danno a tutti i sardi e gettare un’enormità di soldi pubblici”.
“Sono specializzato e altamente qualificato, per vent’anni ho fatto sacrifici per il mio lavoro ed è difficile essere assunto da un’altra parte in Sardegna o in Italia. Sarò costretto a varcare i confini nazionali, per fortuna mia moglie è una donna intelligente e l’ha già capito”.









