Il mare “dipinto” dietro la curva, Sardegna da mille e una spiaggia

Sabbia finissima a Cala Branchicci e chicchi di riso a Is Arutas
In Ogliastra calette premio per chi sa conquistarle 


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Giornata a Campulongu, Villasimius. Bellissima la spiaggia. Mare pulito e azzurro verde. Alle 18.30 si decide di andare via perché il ristorante a Cagliari è prenotato alle 20.15. Doccia allo stabilimento, anche ai bambini, perché non c’è tempo di passare in albergo. E giù verso i tornanti. Dopo dieci chilometri, sulla sinistra una caletta con sabbia e rocce. Sono le piccole insenature prima della spiaggia di Capo Boi. C’è un’acqua che è una sirena incantatrice. Non si può solo fare una foto. Bisogna farsi “benedire” da quello spettacolo con un bagno. C’è uno spiazzo per sistemare l’auto. E tra il sognare e il fare è un attimo: tutti giù dalla vettura, piccolo sentiero tra cespugli e bassa vegetazione. Giusto tre minuti. Poi il paradiso. Immersi in un posto fuori dal mondo. Pazienza per la doccia già fatta, pazienza il ristorante, si arriverà in ritardo. Ma non si può resistere. Qualche chilometro più in lá, però la situazione si ripete: il mare sempre colorato da un pittore. E infatti la caletta si chiama Mari Pintau, mare dipinto. Nuovo bagno, il paradiso non può attendere, la cena sì. Una situazione capitata chissà quante volte. Perchè le spiagge in Sardegna sono come le ciliegie: una tira l’altra. Sono circa mille. E per vederle tutte ci vorrebbero tre anni. Provate a chiedere in Sardegna qual è la spiaggia più bella? Ogni paese affacciato sulla costa risponde così: la nostra. Dalla spiaggia lunga e sabbiosa che si può raggiungere in auto. A quella più piccola e in mezzo alle rocce  che invece si può conquistare dal mare o con una passeggiata di avvicinamento nei sentierini tra ginepri e con l’aria piena di profumo di mirto. Come Cala Goloritzè o Cala Luna, con Cala Mariolu i tesori di un’Ogliastra sempre più magica, un pezzo di Sardegna da intenditori. Poi la sabbia finissima come Cala Brandinchi a San Teodoro, non a torto definita la Tahiti sarda (ma molto più bella, giurano i turisti che possono fare i confronti). Ma anche quella con i chicchi di riso come Is Arutas, nell’Oristanese. O volete la storia? Per andare a Piscinas, spiaggia di Arbus, si passa proprio in mezzo a un vecchio villaggio minerario. Accanto alla spiaggia di Sant’Andrea a Quartu c’è un angolino unico proprio accanto ai resti di una Villa Romana adagiati sull’acqua. A San Giovanni Sinis ci sono ancora le capanne dei vecchi pescatori. E sullo sfondo l’area archeologica di Tharros. Spiaggia bellissima anche a Nora, a due passi dalla città romana. Sempre a sud la spiaggia di Chia con l’isola di Tuerredda, a portata di bambino. Poi le meraviglie dei vip della Costa Smeralda, spiaggia di Capriccioli su tutte. Spiagge dorate, ma anche rosa come quella dell’isola di Budelli. E la Pelosa di Stintino? Talmente bella che, come sta succedendo per molti gioielli sardi, l’accesso e possibile solo su prenotazione e a numero chiuso. Senza dimenticare il Poetto, tra Cagliari e Quartu: la più lunga spiaggia urbana del Mediterraneo da vivere giorno e notte con i baretti sistemati uno accanto all’altro proprio sull’arenile. Solo una piccola selezione di meraviglie. Chi va in Sardegna da una vita sa bene di non aver mai visto tutto: c’è sempre un angolo da scoprire. E un bagno o un tramonto da ricordare. 

Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna , Assessorato
del Turismo , Artigianato e Commercio.
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