Il grande Cagliari terzo in classifica e semi ignorato dalle tv: la Sardegna che vince non piace? Neppure una sola riga nell’editoriale sulla serie A di Mario Sconcerti oggi sul Corriere della Sera: come se non esistessimo. Un minuto rossoblù a Tiki Taka, per dire: “Bravo Maran al Cagliari, quindi adesso merita una grande squadra?”. Il conduttore Pardo su Canale 5 prova a glissare, dicendo “ma il Cagliari è già una grande squadra”, poi un attimo e il discorso scivola via di nuovo sull’Inter di Conte, sul Napoli che non va, per due ore e così sia. Un altro solo minuto a Sky Calcio Show, giusto il tempo per fare dire a Capello “Il Cagliari così in alto? No, non me lo aspettavo”. Il fenomeno ha dell’incredibile: la Sardegna ha una squadra che è terza in classifica in serie A a metà novembre, ma le grandi tv quasi non ne parlano. Sì, ogni tanto citano l’isola felice, ricordano Gigi Riva, ma sono solo parentesi. I miei nonni mi raccontavano che era così anche ai tempi dello scudetto: “Il Cagliari che vinceva dava fastidio, non riuscivano a sopportarlo, in “continente” anzi si diceva nel mondo del lavoro: se ti comporti male, ti mandiamo in Sardegna”.
Non è solo un discorso di bacini di utenza: è normale che nelle grandi tv si parli molto di Juventus Milan e Napoli, perchè ci sono più abbonati che pagano abbonamenti e pubblicità. Ma qui siamo di fronte a un miracolo non solo sportivo che meriterebbe ben altro spazio e considerazione: il piccolo grande Cagliari che ricorda un po’ il Leicester di Ranieri, che senza i miliardi mette in fila squadroni come quelli di De Laurentiis, Pallotta, Commisso. Siamo di fronte a un’Isola che nel calcio rialza la testa dando una gioia immensa a tanti emigrati o disoccupati, che sono innamorati della propria terra ma che per ragioni economiche l’hanno dovuta salutare. Il Cagliari che vola nell’Olimpo della serie A e che tiene lo stesso ritmo di quello di Gigi Riva però quasi “non fa notizia”, finisce in un cantuccio mediatico, merita appena pochi istanti nelle principali trasmissioni tv e nei grandi giornali nazionali.
Certo, non possiamo pretendere che le magie di Nainggolan o Simeone “valgano” quanto un vaffa pronunciato da Ronaldo al momento della sostituzione nei confronti del suo allenatore Sarri. Forse saremo sempre un popolo condannato a restare isolato, a spendere 150 euro per andare e tornare da Roma, con trasporti precari, difficoltà economiche e politiche, la discontinuità territoriale ce l’abbiamo nel sangue. Qualcuno spieghi però ai grandi esperti non solo del pallone che siamo nel presente, che la favola di questo incredibile Cagliari di Maran è la notizia più bella in un calcio dove solitamente vincono solo i ricchi, e finiscono in copertina solo i calciatori strapagati che hanno le mogli più belle e più social. Mentre il nostro mister Maran va poco su Instagram, ma poi in campo ci regala una squadra di leoni. E tutti ancora a dire: “Ma quindi, lo vedremo presto in una grande squadra?”. Il Milan è 14esimo in classifica, ma ha più gloria nei tg. Certo, abbiamo un piccolo stadio e non sappiamo dove giocheremo in casa una eventuale Champions League. Siamo e sempre saremo la “piccola” Sardegna, dolce e testarda, orgogliosa e chiusa, romantica e stupendamente “diversa”, l’isola che c’è. Ed è allora ancora più bello, questa volta, guardare tutti dall’alto: potrete ignorarci, ma non sarà facile per nessuno buttarci giù.












