Se non dimostrerà di aver ricevuto l’esenzione per valide ragioni, il nove volte campione Novak Djokovic dovrà prendere il primo aereo e tornarsene a casa sua. E’ questa, in estrema sintesi, la posizione del governo australiano sul caso del nove volte campione serbo a cui un permesso speciale concesso dagli organizzatori dell’Australian Open ha spalancato le porte del torneo nonostante sia un no vax, e nonostante le regole siano molto chiare a proposito dell’obbligo di vaccinazione per i partecipanti.
“Sarebbe utile se Novak Djokovic spiegasse i motivi per cui ha ricevuto l’esenzione per partecipare al torneo, pubblicamente, sarebbe apprezzabile se lo facesse perché è l’unica persona che può parlarne”, dice non senza imbarazzo Craig Tiley, direttore degli Australian Open. L’Australia nonostante le misure stringenti viaggia sui 50mila nuovi positivi al giorno, con Melbourne che ha vissuto il lockdown più lungo al mondo, 262 giorni. Mentre in molti attaccano Djokovic (“A me non l’avrebbero concessa”, ha detto in conferenza il suo collega Jamie Murray, fratello di Andy), le autorità australiane spiegano che non è detto che il nove volte vincitore del torneo che inaugura la stagione del tennis entri sicuramente nel Paese. “Stiamo aspettando spiegazioni e prove a sostegno a questa deroga – ha detto il primo ministro Scott Morrison -Se queste prove sono insufficienti, allora Djokovic non sarà trattato in modo diverso dagli altri e tornerà a casa con il primo aereo”. Intanto, il coro di condanna per una scelta considerata incomprensibile e diseducativa è unanime dal mondo dello sport. “Una vicenda che ricorda il marchese del grillo”, ha detto Adriano Panatta. “Io so’ io e voi non siete un c….”. Difficile però che a questo punto, con il diluvio di polemiche, Djokovic la fili liscia.












