È la stagione dei se e dei ma, degli “avremmo potuto ma non ci siamo riusciti”, delle assenze pesanti, degli infortuni illustri, delle scelte tecniche, degli allontanamenti precoci, dei richiami, delle delusioni, dei gol mangiati e dei gol subiti troppo facilmente.
È la stagione dei rimpianti, quelli che a pensarci comincia a venire un gran mal di testa e non ci si spiega perché, tutto ma proprio tutto, stia andando così.
Chi dovrebbe dare delle risposte si ritira talvolta in un silenzio assordante, forse si nasconde, perché guardare in faccia la realtà può essere drammaticamente complicato. E forse tirare le orecchie a un arbitro e un assistente rei di non aver visto un evidente fallo fuori area non sarebbe stata cosa difficile. Almeno non soltanto all’interno del tunnel che conduceva agli spogliatoi, ma pubblicamente, per esempio tramite il sito ufficiale o il profilo Twitter.
C’è anche chi dichiara che “in caso di B si risalirebbe tutti insieme”. Facile a dirsi, meno a farsi. Vendere i top player che tra i cadetti rischierebbero di subire una pesante svalutazione, e che difficilmente prenderebbero in considerazione l’ipotesi di scendere di categoria, è la logica scelta che farebbe qualsiasi imprenditore. Pertanto, si evitino promesse che rischiano di non essere mantenute.
Cerchiamo dunque di guardare in faccia la realtà, tutti insieme, comprendendo le difficoltà di un anno disgraziato e sostenendo la squadra affinché possa disputare, con le unghie e con i denti, le dieci finali che la separano dalla fine del campionato. 30 i punti disponibili, la fiaccola della speranza deve rimanere ancora accesa. Intanto, col pareggio in quel di Napoli l’Atalanta ha allungato il proprio distacco dai rossoblù.













