Ha sessantasei anni, è pensionato e, dal 2003, è uno dei centocinquanta cagliaritani che frequentano Scientology. Iganzio Deriu, un passato da commerciante, ha “scalato” i ruoli di quella “religione” riconosciuta a livello giuridico ma non religioso, diventando un componente dello staff cittadino: “Mi occupo di promuovere campagne sociali, in primis contro l’utilizzo delle droghe”. Scientology setta? “Manco per idea, è un errore madornale. Non siamo un circolo chiuso, anzi, la nostra chiesa è aperta tutti i giorni sino a tarda sera”, afferma. La realtà fondata in America da Ron Hubbard viene additata, da molti, come una “religione” tra le più care, se non la più cara, al mondo, proprio dal punto di vista economico: “Assolutamente no, se fossi qui per soldi farei altro, percepisco solo un piccolo rimborso spese”, puntualizza il sessantaseienne. “I libri di Hubbard li propongo con piacere, chi è che non sponsorizzerebbe una persona nella quale crede fortemente. Poi, tutto il denaro ricavato dalla vendita degli scritti viene utilizzato per stampare nuove copie”. Parola di membro dello staff cagliaritano di Scientology.
“Non si può parlare dell’aspetto economico e non, principalmente, di quello spirituale. Ognuno aiuta le spese di affitto della nostra chiesa donando quel che può, ma prima c’è l’impegno, anche quotidiano. Vado con altri volontari, ogni giorno, a distribuire dei libretti informativi contro le droghe e sui diritti umani. Siamo una religione, lo ha sancito la Corte costituzionale”, afferma Deriu, “viviamo in una società dove i cattivi sono la minoranza e cercano di fare di tutto perché qualunque cosa che va bene, come Scientology, debba essere bloccata. Non facciamo nessun lavaggio del cervello, ogni persona collabora all’interno della chiesa per il tempo che può. Alcuni miei parenti sono Testimoni di Geova, ho amici cristiani, il dialogo e l’apertura sono massimi con tutti, proprio come ha detto lo stesso Hubbard”.












