Un hotel di lusso con 140 camere e centro termale, al posto di un vecchio albergo, a pochi spiaggia dalla spiaggia di Coaquaddus a 7 km da Sant’Antioco. Un centro wellness da 140 camere, con ristoranti, bar, spazi comuni e luoghi d’incontro capace di produrre 120 posti di lavoro. In passato i progetti vennero bocciati. Ora ci prova la società Reno di Portovesme che ha chiesto di estrarre le acque termali del sottosuolo. Acque speciali che godono del “Riconoscimento delle proprietà terapeutiche per la balneo-fangoterapia nel trattamento delle malattie artroreumatiche e per balneoterapia nella cura delle malattie dermatologiche e delle patologie vascolari periferiche”. I privati hanno presentato la proposta che attende ora la valutazione ambientale negli uffici regionali, ma c’è l’opposizione degli ecologisti. Per Italia Nostra, che nei giorni scorsi ha presentato opposizione al progetto, l’hotel non si può fare perché “è incompatibile con le norme di tutela ambientale”
L’idea è quella di realizzare in futuro un centro termale e benessere: una struttura di lusso ed esclusiva in “grazie all’unicità del contesto naturalistico”. L’organizzazione dell’intero complesso ruoterà intorno alla grande struttura del centro termale (corpo centrale), che ospiterà i servizi wellness, piscine, bar e ristoranti, di cui uno all’aperto e spazi commerciali.
Mentre strutture ricettive, spazi comuni, luoghi d’incontro e zona sportiva, saranno inseriti nel parco e opportunamente collegati ai servizi termali. La realizzazione di una sala polifunzionale (congressi e teatro) mira ad abbattere la stagionalità tipica dei centri benessere per ampliare la proposta durante tutto l’arco dell’anno, favorendo così l’occupazione della struttura. Si ipotizza che l’intervento previsto possa generare un impatto occupazionale significativo. Secondo il progetto il complesso dei servizi offerti (servizi termali, la parte ricettiva e la zona sportiva) suggerisce una stima del livello occupazionale di circa 120 unità che, vista la loro specificità consentiranno una significativa destagionalizzazione dell’offerta, con continuità occupazionale.
L’intervento complessivo così come descritto genererà un investimento iniziale valutato in circa 18 milioni di euro.
Il piano è in fase di valutazione ambientale. E ha ricevuto l’opposizione di Italia Nostra. Nei giorni scorsi il presidente Graziano Bullegas, ha presentato integrazioni al no e ha ribadito che già in passato diverse società hanno chiesto di poter realizzare un centro termale a Sant’Antioco all’interno dell’area interessata dalla concessione mineraria e che “tale struttura è incompatibile con il Ppr, con il Puc e con le normative di tutela ambientale. Sia la concessione mineraria richiesta”, aggiunge, “che le futuribili strutture e infrastrutture quali quelle proposte risultano incompatibili e comunque irrealizzabili in un’area protetta e nella fascia costiera”. Infine che “l’integrazione del progetto con il cambio di destinazione d’uso e il riadattamento di una struttura turistica esistente a centro termale non giustifica la concessione mineraria di 595 ettari di terreno, per cui restano inalterati i numerosi motivi che richiedono un parere negativo del procedimento.