di Jacopo Norfo
Sel si scioglie il 4 novembre e il sindaco Massimo Zedda resta senza partito, e non sa indicare se voterà si o no al prossimo referendum. Ma il dato politico interessante è un altro: dopo all’annuncio di Frantoianni dei giorni scorsi, si va verso un nuovo partito della Sinistra Italiana che però non è stato ancora individuato. Il sindaco di Cagliari confluirà nel Pd sposando il sì al referendum di Renzi, oppure resterà nel frattempo un cane sciolto, visto che il suo partito non esiste più?
Ma c’è un altro dato politico interessante, sottolineato oggi nell’ottimo articolo pubblicato da Sardinia Post, a firma di Alessandra Carta. E riguarda Michele Piras, il brizzolato deputato ex Rifondazione Comunista, ormai ex Sel, e ora praticamente quasi ex Sinistra Italiana, il partito da lui auspicato e sinora mai nato. Proprio lui che aveva organizzato mirabolanti convention per lanciare il nuovo partito, una a Serdiana con tanto di magliette indossate da spin doctor e modelle in stile piazza San Domenico (al quale in campo nazionale hanno aderito ben pochi anche tra i deputati), adesso sembra tornare indietro. E ad affermarlo questa volta è proprio Sardinia Post: “Adesso pure Piras è schierato contro Fratoianni. Il parlamentare frena sull’ipotesi di confluire in Si, perché la nuova formazione politica “dà l’idea di rappresentare un ceto politico residuale e sradicato”, impegnato unicamente “a riprodurre se stesso, col rischio di espellere non solo la sinistra dalle aule parlamentari, ma anche di demolirne definitivamente la possibilità di trovare uno spazio e un senso compiuto”. Non che Piras abbia cambiato idea “sulla necessità di sciogliere Sel, e anzi dovevano farlo già dal 2013 – sottolinea -. Ma se l’alternativa è Sì, meglio rinviare la discussione a dopo il referendum”. Queste le parole contenute nell’articolo dell’ottima cronista politica Alessandra Carta. Intanto i Sellini cagliaritani si rivoltano, non vorrebbero lo scioglimento di Sel annunciato per il 4 novembre. E certo, come farebbero dopo? Di cosa parlerebbero, all’interno di cosa, visto che hanno occupato i posti di potere a Cagliari e non rappresenterebbero praticamente nulla a livello politico? E vorrebbero anche altri posti nella giunta Pigliaru?
Siamo di fronte dunque a un politico che cambia idea con una nonchalance estrema: Rifondazione sotto la sua guida da segretario si era spaccata sino ad alzare bandiera bianca. Dopo essere stato eletto in una lista bloccata con decisivi anche i voti dell’alleato Pd, contrasta il Pd in campo nazionale e si schiera apertamente per il No. Ma il suo partito, Sel, che nel frattempo si è auto sciolto (eppure doveva essere il futuro della nazione italiana) sostiene la giunta Pigliaru in Sardegna e anzi rivendica poltrone nel nuovo rimpasto. In piena crisi di identità, da oggi praticamente la coppia Zedda-Piras (che non è quella del mirto) si ritrova senza partito, senza bussola, senza neanche una certezza di quello che sarà il prossimo partito, chissà, forse, quando, perchè.
L’ennesimo ribaltone mentale. A pensarci troppo, ci si ritrova in testa una trottola di pensieri. Piras che un tempo era amico di Uras, si è ritrovato in posizioni contrappiste a Uras. Piras che un tempo si candidava con Sel, è stato tra i primi a dire che il concetto di Sel era superato: casualmente questa scelta è peraltro avvenuta dopo le proteste sulle strane assunzioni all’Agenzia regionale del Lavoro di Cagliari, dove diversi iscritti a Sel sono stati assunti senza concorso e la sua compagna occupa ora un ruolo dirigenziale, con pieno merito. Una semplice coincidenza. Piras che lancia Sinistra Italiana e adesso invece frena. Quale sarà la prossima giravolta? Su Huffington Post Michele Piras, ex di diversi partiti, scrive trionfalmente: “Se non siamo in grado di comunicare la risposta a queste domande ci consegniamo all’ennesimo fallimento o (al massimo) a fare i guardiani della soglia di sbarramento”. Una sinistra italiana, è proprio il caso di dirlo, nella tempesta, che rischia di perdere anche i suoi pochi elettori. Piras ammette da solo, questa volta, gli “ennesimi fallimenti” del passato dei suoi partiti. Hasta la vista, compagno! Ma gli elettori cosa ne pensano?












