Sono un guidatore di scooter da tantissimi anni, avevo già espresso la pericolosità delle piste ciclabili mal fatte e mal pensate nella città di Cagliari.
Voglio mostrarvi indicativamente, il punto dove è capitata la disgrazia del povero motociclista.
Anno 2016 :

La situazione di oggi (screenshot da Google Maps) :

Ci rendiamo conto che i nostri nonni avevano costruito delle strade larghe e più sicure ??
Oggi la strada è stretta e pericolosa; l’automobilista che esce dal parcheggio (posizionato a destra della foto), non ha visibilità. Il motociclista che arrivava da via Is Mirrionis, si è trovato davanti una macchina che occupava la corsia che è stata tristemente ristretta, in nome di una ciclabilità INESISTENTE. Non lo dico solo io, ma lo dichiara la FIAB di Cagliari.
Questa stessa pericolosità che oggi ha tolto un padre alla sua figlia, è stata creata in tante strade della nostra città. Cordoli in cemento molto pericolosi, dossi completamente fuori norma, piste ciclabili con sensi di marcia invertiti che, come in questo caso, hanno eliminato gli spazi di manovra e la visibilità presenti invece con le strade larghe e senza le piste ciclabili inserite prepotentemente a Cagliari.
La situazione è tragica. Ogni giorno i guidatori dei due ruote, rischiano la vita in una città dove la viabilità e la sicurezza stradale, sono state distrutte, passando invece il messaggio che le strade appositamente ristrette, siano più sicure.
E si che la normativa di riferimento D.M. 30 novembre 1999, n. 557 (Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili, pubblicato sulla G.U. n. 225 del 26 settembre 2000), la quale detta le linee guida finalizzate al raggiungimento degli obiettivi fondamentali di sicurezza e di sostenibilità ambientale della mobilità.
All’art. 2, punto C, del citato decreto “Finalità e criteri di progettazione” è precisato che l’ente pubblico deve “valutare la redditività dell’investimento con riferimento all’utenza reale e potenziale ed in relazione all’obiettivo di ridurre il rischio di incidentalità ed i livelli di inquinamento atmosferico e acustico”, mentre, al punto D, richiede che l’ente realizzatore “verifichi l’oggettiva fattibilità ed il reale utilizzo degli itinerari ciclabili da parte dell’utenza, secondo le diverse fasce d’età e le diverse esigenze…”
Il successivo art. 5 rubricato “FATTIBILITA’ TECNICO-ECONOMICA”, al punto n. 1 afferma che “E’ opportuno, specialmente per finanziamenti e contributi esterni concessi all’ente proprietario dell’itinerario ciclabile, che il relativo progetto sia corredato da analisi di fattibilità tecnico-economica…” e il successivo punto n. 2 aggiunge che “ In mancanza di metodi di analisi più approfonditi, si può assumere quale indicatore della redditività dell’investimento il rapporto “lire investite/ciclisti/km”, riferito almeno ai primi due anni di entrata in esercizio dell’itinerario”.
Nei successivi punti dell’articolo 5 viene più specificatamente indicato come effettuare il predetto computo, “Nel computo dei ciclisti/km può farsi riferimento alla percorrenza annua complessiva nei primi due anni di esercizio dell’itinerario in esame, a partire dalla intensità di traffico ciclistico prevista per l’ora ed il giorno di punta nei periodi lavorativi e scolastici sui vari tronchi in progetto”.
Con tali indicazioni , sembra che il legislatore abbia voluto responsabilizzare l’ente gestore sul corretto utilizzo dei fondi pubblici, suggerendo di effettuare una precisa analisi costi/benefici delle piste ciclabili riferita ad un certo arco temporale e ciò per evitare che i soggetti percettori di finanziamenti, nella fattispecie europei, realizzino opere inutili o scarsamente utilizzate, sperperando denaro pubblico.
L’utilizzo della rete ciclabile cagliaritana (peraltro discontinua, inefficiente e con palesi limiti inerenti alla sicurezza) è stato assai scarso sin dal 2011, ma che ciò nonostante l’amministrazione comunale abbia insistito e continui ad investire risorse pubbliche nell’ampliamento della stessa, senza che risulti avere mai effettuato la sopra citata “ANALISI DI REDDITIVITA” , analisi che a mio giudizio, dovrebbe tenere anche conto dei rilevanti danni che la sottrazione di spazi fondamentali della strada arreca alla circolazione generale. (M.M.)










