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Gli artisti circensi:”Per i nostri animali il Circo è la loro casa”

di Redazione Cagliari Online
28 Giugno 2017
in area-vasta, hinterland

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Gli artisti circensi non ci stanno alle accuse degli animalisti di trattare male i loro animali. Dal sito internet del Circo Darix Togni (in queste settimane a Cagliari)  è ben chiara la loro posizione sulla questione e pare vogliano rispondere alle proteste che non mancano, anche nell’Isola, per la loro presenza. E’ stato infatti organizzato un sit in da parte degli animalisti della LAV per il prossimo 6 gennaio. Per gli artisti del circo invece i loro animali stanno bene. Sono nati e cresciuti  in cattività. E addirittura vivrebbero più a lungo e in salute.

Si legge nel loro sito “Gli animali rappresentano per i circensi un patrimonio affettivo e culturale, e sono parte dell’identità di chi vive e lavora in un circo. Gli animali dei circhi vivono a fianco dell’uomo dalla nascita, perchè sono tutti nati in cattività: le leggi che regolano il commercio e gli spostamenti di fauna e flora esotica (convenzione Cites) sono rigorosissime, oggi è davvero impossibile catturare un animale selvatico e portarlo in un altro continente. L’habitat circense rappresenta quindi per l’animale del circo la propria casa, e lui non desidera allontanarsene: ci è cresciuto dentro, ci vive, lì si sente sicuro e protetto. L’animale nato e cresciuto al circo, al circo sta bene: mentre in natura si può dire che “la vecchiaia” non esista, gli animali dei circhi sono più longevi e conducono una vita serena in cui cibo, protezione e affetto sono garantiti ogni giorno, ad ogni ora. L’esercizio quotidiano che viene fatto fare all’animale in addestramento contribuisce a mantenerlo attivo, non annoiato, ed è quindi benefico per la sua “Igiene mentale”. La maggior parte degli animali esotici dei circhi appartiene a specie che in natura si stanno estinguendo, perché vengono sterminati dall’uomo sia per il contrabbando di pellami etc sia perché privati del loro habitat naturale, al posto del quale sorgono città, fabbriche, strade.

Metodi di addestramento. In merito scrivono sempre sul sito ufficiale Darix Togni “Si basa sul principio del gioco: l’animale esegue, dal suo punto di vista, dei “giochi” ed è premiato con cibo e affetto; non dimentichiamo che gli animali sono abitudinari, e per loro la routine è fonte di sicurezza. Oltre al fatto ovvio che “ammaestrare” implica trascorrere molto tempo a stretto contatto con l’animale, e sviluppare un rapporto di fiducia e di amore, ricordiamoci che GLI ANIMALI RAPPRESENTANO UN CAPITALE ENORME PER L’IMPRESA CIRCENSE: maltrattare un animale per il quale si sono spesi soldi in cure e mantenimento, tempo, fatica e sacrifici per l’addestramento, che senso avrebbe? Inoltre quale addestratore si metterebbe nella condizione di essere odiato dagli animali che ammaestra? Un calcio di una giraffa, la zampata di una tigre o di un elefante possono uccidere un uomo con facilità. Ma gli animali del circo AMANO chi li addestra, ed ecco perchè non attaccano: chi ammaestra nutre, cura, passa le notti accanto agli animali, li riconosce ed è da loro riconosciuto. Su questo si basa l’ammaestramento e non potrebbe funzionare in altro modo.

La polemica. E non mancano di scrivere la loro opinione sugli animalisti e pongono diverse domande spinose. Della serie “Che lavoro fanno gli animalisti per vivere?” O “da dove arrivano i soldi che li finanziano?” “Nel 2006 il contributo erogato alle associazioni animaliste dalla Direzione Protezione Natura ammontava a 3.390.553€”- si legge- i soldi arrivano anche da Province, Regioni, Comuni, Enti Locali, oltre che dall’autofinanziamento e dal tesseramento. E ancora “Nel 2001 le associazioni ambientali e animaliste riconosciute erano 35 e si spartivano 2 milioni e 200 mila euro, quelle non riconosciute portavano a casa 90 mila euro. Poi sono diventate una settantina. Le associazioni animaliste movimentano centinaia di milioni di euro ogni anno, E NON C’E’ MODO DI VERIFICARE CHE TUTTI QUESTI SOLDI VENGANO EFFETTIVAMENTE IMPIEGATI NELLA PROTEZIONE DEGLI ANIMALI.” Questo sostengono.

“A questo punto la domanda è: per cosa vengono usati tutti questi soldi?” ribattono. “Aiutare gli animali o investire in “pubblicità” per accumulare ulteriori denari da mettere in cassa? Tutte le principali associazioni animaliste hanno una forza economica tale da potersi permettere campagne pubblicitarie sui grandi mezzi di comunicazione, spot televisivi, spot radiofonici, pagine tabellari su quotidiani e riviste; insomma una pubblicità COSTOSA. Non solo, perchè i cosidetti “volontari” animalisti sono sempre meno: fra le figure più ricercate dalle Onlus animaliste ci sono, come ha rivelato un dossier di Federfauna nel 2012, il dialogatore e l’addetto alla raccolta fondi, tutte posizioni con “ottimi margini di guadagno”. Non è un caso che negli ultimi tempi gli animalisti si presentino in Parlamento per parlare di “protezione degli animali anche come sfida occupazionale”. Si’, ma gli stipendi degli “occupati” chi li paga? E soprattutto, per cosa stiamo pagando? Si puo’ occupare la gente in tanti modi, anche in progetti che da decenni sono senza soluzione come il randagismo, ma allora perchè queste associazioni insistono nel definire il loro lavoro “volontariato”? Un “volontariato” che ottiene denaro pubblico per portare avanti progetti senza responsabilita’ (avete mai sentito di associazioni animaliste condannate a pagare i danni per le aggressioni dei cani o per i danni provocati a cose o persone da animali selvatici e randagi ?), che ha facoltà di andare in Parlamento a proporre di usare fondi della Sanita’ e dei Comuni per pagare il loro personale e i loro veterinari, che certamente sono occupati, solo che vengono stipendiati utilizzando i soldi delle tasse pagate dei cittadini.”

 

 

 

L’immagine dal sito del circo Darix Togni

 

Tags: animalianimalistiCagliaricirco
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