E’ stata avvistata a 5 miglia dalla costa a sud di Bosa, galleggiava in acqua ed era parecchio sofferente. A notare domenica mattina una tartaruga in estrema difficoltà, è stato un pescatore professionista, Mariano Sotgiu. Avvicinandosi all’animale ha notato che un filo di nylon fuoriusciva dalla bocca. Il povero animale aveva ingerito un amo da palamito.
Così, ha issato a bordo la grande tartaruga lunga 74 centimetri e del peso di 66 chili. Inizialmente ha contattato il suo collega Pierpaolo Manca – che qualche tempo fa aveva soccorso una piccola tartaruga impigliata nelle proprie reti a Torre dei Corsari-, il quale gli ha fornito il numero diretto del CReS per attivare i soccorsi.
Il pescatore, da manuale, l’ha tenuta al sicuro a bordo dell’imbarcazione all’ombra e con uno straccio bagnato sul carapace per evitare la disidratazione, fino al suo arrivo in porto. Il CReS ha subito recuperato l’animale che in meno di due ore si trovava già alla clinica veterinaria “Due Mari” di Oristano per gli esami del caso, le prime cure e la raccolta delle misure biometriche.
“Dalla radiografia – racconta Andrea Camedda, ricercatore del Cres – è emersa la presenza di un grosso amo da palamito a livello dell’esofago, che sarà rimosso dai veterinari. Dopo l’intervento chirurgico la tartaruga trascorrerà la degenza in una vasca al CReS a San Giovanni di Sinis e sarà seguita dai biologi del CNR e dell’AMP del Sinis per tutto il periodo di riabilitazione e monitoraggio prima del suo rilascio in natura”.











