Nuovo capitolo, oggi, nella saga del centrodestra per la scelta del candidato presidente della Regione. Sia Forza Italia che Lega frenano sul nome del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, indicato giovedì sera da Fratelli d’Italia e legittimato come candidato ufficiale. Un’indicazione confusa e pasticciata, fatta dopo una votazione al tavolo in cui il nome di Truzzu ha prevalso con 9 voti a 4, ma sicuramente non unitaria. A molti è sembrato un blitz, insomma, da parte di Fratelli d’Italia con i neo alleati di ferro centristi di Peru e Tunis, che intende far valere i numeri di un consenso che certamente è nazionale ma non automaticamente regionale.
Ieri la coordinatrice di Fratelli d’Italia Antonella Zedda ha detto, ripetuto e ribadito che Truzzu è il candidato ufficiale della coalizione, e che se Lega e Psd’Az vogliono rompere, che rompano pure.
Ma se le proteste del Partito sardo d’Azione sono comprese nel pacchetto della rivendicazione del bis per Solinas, oggi a frenare è anche Forza Italia con il coordinatore Cappellacci che, “nell’esclusivo interesse della Sardegna e dei sardi”, rimanda a Roma la decisione finale. Evidentemente richiamato a rispettare la linea ufficiale del partito, più volte ribadita da Tajani, e cioè la ricandidatura dei governatori uscenti. “Sulla scelta del candidato alla guida della Sardegna l’ultima parola spetta al tavolo nazionale e sono certo che saranno prese decisioni sagge, nell’interesse della nostra isola”.
La Lega con il coordinatore Pais ribadisce a stretto giro che “abbiamo rimandato al tavolo nazionale una sintesi delle istanze che arrivano dalla Sardegna. Sono certo che a Roma faranno la miglior sintesi che è quella di Solinas”. Scontata la posizione dei sardisti che, rivendicando la guida dicono che “il tavolo regionale non ha raggiunto nessuna intesa unitaria e non ci sono al momento candidature ufficiali condivise che possano arrogarsi il titolo di coalizione di centrodestra, men che meno civico e sardista”, e che il nome di Truzzu è frutto di una “fantomatica” votazione.
Parola a Roma. Nella speranza che si trovi il più volte invocato terzo candidato che metta fine a un teatrino che i sardi non meritano.












