Una lettera “velenosa”, quella scritta qualche minuto fa dalla sindaca di Fonni, Daniela Falconi, con la quale denuncia la chiusura del distaccamento di Fonni della polizia stradale. Una decisione che sarebbe maturata lo scorso primo aprile e che sarebbe stata confermata, via Pec, oggi: “In piena emergenza, mentre ognuno di noi è preoccupato per la propria salute e il proprio futuro e, mentre i sindaci, gli amministratori, tutte le forze dell’ordine stanno impegnando ogni secondo della propria giornata per aiutare e dare totale assistenza ai cittadini. Mentre viviamo un periodo storico senza precedenti che ricorderemo per sempre e ci racconteremo per sempre lo Stato cosa fa? Chiude il distaccamento di polizia Stradale di Fonni”, scrive la sindaca.
“Lo sanno dal primo aprile (sempre in piena emergenza), ce lo dicono adesso (sempre in piena emergenza) con una lettera “di cortesia” arrivata alla mia mail che non è ne una Pec ne una raccomandata. Ci dicono ovviamente che i servizi miglioreranno. Ci dicono ovviamente che il costo è spropositato (30.000 Euro l’anno di affitto, questo vale l’abbandono di un territorio per uno Stato). Ci dicono ovviamente che sia Nuoro che Gavoi sono vicinissimi (da Roma conoscono “alla perfezione” le nostre curve). Ci dicono che la Polizia Stradale di Fonni accerta un certo numero di violazione senza citare l’opera di prevenzione, di presidio costante e di supporto al territorio all’interno di un’area vastissima. Io invece dico una sola cosa: ogni volta che lo Stato deve tagliare qualcosa, taglia a livello periferico. Non parte mai “dal centro”.
E questa cosa da qualunque parte la si guardi e la si giri, è inaccettabile. Siamo forse “cresciuti” da quando da decenni i tagli colpiscono salute, istruzione e sicurezza nei territori marginali e nelle aree periferiche? Lo Stato è più sano finanziariamente? Il cittadino è più soddisfatto dei servizi che riceve? Se non fosse che c’è da piangere mi verrebbe da ridere fragorosamente.
Il risultato della chiusura del nostro Distaccamento è solo uno: l’ennesimo abbandono dello Stato nelle aree rurali, limitando i presidi, abbandonando pezzi di territorio. Il mio ringraziamento va a chi, in questi anni, tra Sindaci, Amministratori, Operatori, Deputati e Senatori, Consiglieri Regionali, semplici cittadini si sono battuti a vario titolo per far riconoscere il nostro diritto ad esistere. Al contrario, ho ben presente chi, nelle stesse categorie appena elencate ha fatto finta di nulla fregandosene altamente di cosa significa abitare in questi luoghi”.












