Carne, pesce e vini della tradizione non mancheranno sulle tavole, ma quest’anno il Ferragosto sarà più amaro per le tasche dei sardi. Il caro vita e l’aumento dei prezzi alimentari, dalla macelleria alla pescheria, hanno frenato la corsa agli acquisti. A crescere sono stati i rincari, non certo stipendi e pensioni. Secondo le stime di FIPE-Confcommercio Sud Sardegna, il 70% dei ristoranti nella provincia e nel capoluogo resterà aperto. Nella maggior parte dei casi – circa il 60% dell’offerta – il pranzo sarà proposto con menu fisso, a partire da 40 euro fino a raggiungere anche 80 euro a persona. Possibile anche la scelta alla carta, ma sempre con cifre che, in molti casi, risultano proibitive, anche per una semplice pizza. In cucina, spazio ai prodotti identitari: maialetto arrosto nei menu di terra, crostacei e pescato fresco nei menu di mare, accompagnati dai grandi vini del territorio. “Ci si aspetta di lavorare bene per Ferragosto – spiega Emanuele Frongia, presidente FIPE Confcommercio Sud Sardegna – la stagione è partita in sordina ma questa settimana potrebbe risollevare il bilancio dell’estate. Puntiamo sulla nostra identità gastronomica e vogliamo offrire ai clienti, sardi e turisti, il meglio della cucina del territorio”. Il fenomeno rientra in un trend nazionale: secondo il Centro Studi FIPE-Confcommercio, saranno oltre 5 milioni i clienti che siederanno a pranzo in uno dei 91 mila ristoranti aperti, per una spesa complessiva di 314 milioni di euro. Nel solo mese di agosto la spesa fuori casa degli italiani arriverà a 9,3 miliardi, di cui 5,4 nei ristoranti e 1,8 nei bar. In Sardegna, però, il Ferragosto non è solo una festa: è l’ultima occasione per dare ossigeno a un’estate tra luci e ombre, segnata da prezzi sempre più difficili da affrontare, anche per chi vuole semplicemente concedersi un pranzo in compagnia.











