C’era stato un litigio, l’ennesimo, forse legato a questioni di dipendenze da stupefacenti del figlio Eddie, il giorno prima dell’eccidio di Hohentengen, dove hanno perso la vita Annalisa Prasciolu, Erminio Congiu e il suo figlio più grande Giuseppe. Eddie, l’altro figlio maschio, di 19 anni, li ha accoltellati lasciandoli in un lago di sangue, con la sorella miracolosamente viva. Stando a quanto si apprende dai principali quotidiani tedeschi, che si rifanno alla polizia, il giorno prima della strage gli agenti erano a casa della famiglia Congiu-Prasciolu per sedare una controversia. Non era la prima volta che si sentivano urla, anche disumane, provenire da quell’abitazione immersa nelle verdi valli a poca distanza dal fiume Reno. Ma nessuno, a quanto pare, sarebbe mai arrivato a immaginarsi che Eddie avrebbe impugnato un coltello e ucciso i suoi parenti più stretti. Il giovane è stato arrestato, sul suo capo pendono le accuse di triplice omicidio e di tentato omicidio. Non ha opposto nessuna resistenza quando varie auto della polizia sono arrivate davanti alla casa dell’orrore. “L’imputato non è stato ancora condannato”, precisa la polizia tedesca in una nota. Una prassi di natura squisitamente legale, in attesa ovviamente del processo.
Intanto, mentre a Ballao, paese di origine di Annalisa, i parenti rimasti sono un paio (c’è un cugino di terzo grado) il dolore maggiore continua a registrarsi a Silius, dove vivono anche varie sorelle della donna e i familiari di Erminio Congiu: “È una tragedia, siamo addolorati”, dice a Casteddu Online un cugino del papà dell’uomo ucciso, Ugo Lallai. Come gli altri parenti, aveva visto la famiglia l’ultima volta la scorsa estate: “Qui hanno una casa che erano riusciti a comprarsi col passare degli anni. Non sapevamo però che potessero esserci problemi con un figlio o proprio problemi a livello familiare, quando tornavano qui erano sempre tutti tranquilli”.












