Una sentenza attesa per uno dei delitti più efferati degli ultimi anni. Alessandro Impagnatiello è stato condannato dalla Corte d’Assise di Milano all’ergastolo e tre mesi di isolamento diurno per l’omicidio della sua compagna di soli 29 anni, Giulia Tramontano, in attesa del loro bambino Thiago. Giulia è stata colpita con 37 coltellate, nella sua casa, e poi è stata nascosta dietro un muretto poco distante. La sua vita e quella del suo bambino sono finite lì, per sempre.
Alla lettura della sentenza, la famiglia di Giulia ha prima applaudito, poi è scoppiata in un pianto liberatorio. Colpiscono le parole, riportate dal Corriere della Sera, della madre di Giulia, Loredana Femiano, che racchiudono tutto l’inspiegabile dolore che questa famiglia vive da un anno e mezzo: “Non abbiamo mai parlato di vendetta, non esiste vendetta. Abbiamo perso una figlia, un nipote, abbiamo perso la nostra vita. Io non sono più una mamma, mio marito non è più un papà, i nostri figli saranno segnati a vita da questo dolore, ha detto mamma Loredana. “Quello che abbiamo perso – ha aggiunto il padre Franco – non lo riavremo mai. Oggi non abbiamo vinto, abbiamo perso in tutto”.
Sempre presente anche la sorella Chiara, forte e determinata a dare giustizia e a ricordare sua sorella e il nipotino che non potrà mai conoscere. Struggenti le parole con cui ha voluto descrivere Giulia: “Questo caos che lei ha creato è l’opposto di quello che avrebbe voluto. Lei entrava in punta di piedi nella vita delle persone. Lei era rara: anche nel momento in cui il suo cuore era distrutto ha pensato a un’altra donna che poteva aver vissuto la stessa situazione. Era presente, ma mai rumorosa. Era silenziosa. Quando sei così sensibile in questo mondo violento, sei la preda per il leone. Giulia è tutto questo, un’anima gentile”.













