Serramanna – Giallo sulla morte di Elisabetta Montis, indaga la Procura: salma sotto sequestro, disposta l’autopsia. 45 anni, oggi si sarebbe dovuto svolgere il funerale della donna deceduta due notti fa all’ospedale di San Gavino Monreale. Rinviati, però, a data da destinarsi dopo la denuncia presentata questa mattina dalla famiglia, tutelata dall’avvocato Massimo Palisi, per fare chiarezza sulle cause del decesso. Una vicenda che ha inizio un anno e mezzo fa: la frattura del femore e un intervento chirurgico avvenuto mesi dopo. Un calvario tra lastre e fisioterapia, il dolore che non cessava e la setticemia. Il ricovero per mesi in terapia intensiva e poi la morte. Dall’ospedale era giunta una nota, firmata dal direttore sanitario Sergio Pili, nella quale veniva spiegato che “il decesso è intervenuto dopo una lunghissima vicenda di eventi patologici che dura da anni. Malattie diverse che probabilmente affondano le radici in una annosa condizione di fragilità. Il nostro ospedale ha assistito e ricoverato varie volte negli ultimi anni la signora Elisabetta, sempre con elevata professionalità. L’ultimo ricovero è avvenuto a Luglio e le gravissime condizioni del momento dell’accettazione in pronto soccorso hanno portato ad accogliere la signora in terapia intensiva dove per mesi i medici e il personale di assistenza si sono prodigati nelle cure possibili con competenza, serietà, impegno utilizzando le terapie più efficaci ed impiegando le tecniche rianimatorie più avanzate. Serietà, impegno e attenzione che assicurano sempre e che sono noti e apprezzati dalla nostra comunità. Durante il ricovero alla signora Olivia è stato offerto l’ascolto, la condivisione delle informazioni sanitarie e il sostegno degli operatori”.
La madre della 45enne, dopo la sua morte, ha detto di volere “giustizia”. Oggi gli amici di Elisabetta hanno inoltrato la procedura per richiedere le autorizzazioni necessarie per una fiaccolata in memoria della donna: in caso di ok si svolgerà lunedì sera, alle 18, per le vie del centro abitato del suo amato paese, che attende, in lacrime, di dare l’ultimo saluto alla sua concittadina volata via troppo presto.











