Viveva in Valtellina da alcuni anni Naomi Maiolani, la giovane pilota di elicotteri originaria di Faenza data per dispersa dopo l’incidente che ha colpito il mezzo che stava guidando nei cieli della Lunigiana, al confine tra Liguria e Toscana. Le deboli possibilità di trovarla ancora in vita sono andate in frantumi nel tardo pomeriggio di oggi: il cadavere è stato rinvenuto dopo la rimozione dei rottami del velivolo, una volta spento l’incendio. Il mezzo era uno dei tanti noleggiati dalla Regione Sardegna per combattere i roghi estivi. La vittima, come riporta il nostro giornale partner Il Resto del Carlino, si era diplomata all’Istituto aeronautico di Forlì. La vita l’aveva poi portata a laurearsi in Scienze internazionali all’Università di Bologna, ma alla fine il volo aveva di nuovo preso il sopravvento: dopo aver ottenuto tutti i diplomi necessari aveva cominciato a lavorare come pilota. La famiglia – il padre Giorgio, la madre Danila, la sorella Marica, la nonna molto anziana – hanno vissuto ore d’angoscia prima della conferma della morte della giovane. Le speranze di trovare ancora in vita Naomi erano comunque minime, considerata l’esplosione che alcuni testimoni riferiscono d’aver sentito nello stesso punto in cui l’elicottero avrebbe poi perso drammaticamente quota.
Naomi era diventata zia da alcuni anni: alla nipote Rebecca, figlia della sorella, aveva già trasmesso la passione per la vita all’aria aperta, la montagna e lo sci, che aveva portato la bambina, come accaduto a Naomi anni prima, ad aggiudicarsi già alcune gare. L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha aperto un’inchiesta sull’incidente e ha disposto l’invio nella zona di un ispettore per un sopralluogo operativo, in coordinamento con l’autorità giudiziaria competente e le forze dell’ordine.












