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Gli ambientalisti contestanoil nuovopiano urbanistico di Pula. E in particolare un aspetto: il Comune, secondo il Gruppodi Intervento giuridico, decide il destino del suo territorio senza consultare i cittadini. Lo scrive chiaramente nella sua nota Stefano Deliperi: “Il Comune di Pula, con la deliberazione del Consiglio Comunale n. 15 del 7 giugno 2013, successivamente integrata dalla deliberazione C.C. n. 16 del 16 luglio 2013, ha adottato il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale.
Purtroppo, ancora una volta, si prende tristemente atto della pessima abitudine di molti enti locali, i quali non si preoccupano troppo di coinvolgere i cittadini nei processi decisionali finalizzati all’adozione di atti, come il piano urbanistico, che hanno notevoli ripercussioni, sotto il profilo ambientale, economico e sociale, sull’intero territorio comunale.
Infatti, l’unico modo usato dal Comune di Pula per informare i cittadini relativamente al deposito dei documenti inerenti il P.U.C. è stato la pubblicazione dell’avviso sul sito internet istituzionale (31 luglio 2013).
Non risulterebbe, quindi, adempiuto l’obbligo di pubblicazione dell’avviso di deposito sul B.U.R.A.S. né, d’altra parte, risulterebbero osservate tutte le modalità di pubblicazione previste dalla L.R. 45/1989 (affissione di manifesti, avviso su uno dei quotidiani dell’Isola) finalizzate proprio a garantire la pubblicità e la trasparenza dell’attività amministrativa e, di conseguenza, a permettere a tutti cittadini di esaminare i provvedimenti ed eventualmente proporre le relative osservazioni.
La stessa scarsa attenzione verso le esigenze dei cittadini, è stata prestata nell’ambito della Valutazione Ambientale Strategica–V.A.S. (Direttiva 2001/42/CE, decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., deliberazione Giunta regionale Sardegna n. 34/33 del 7 agosto 2012) svolta con una procedura quantomeno farraginosa e anomala, come d’altra parte risulta dalla stessa deliberazione n. 15 del 7 giugno 2013. Infatti, la normativa in materia di V.A.S. prevede l’avvio della procedura contestualmente alla redazione del piano o programma ed alla predisposizione del rapporto ambientale, ma nel caso del P.U.C. di Pula, tra l’avvio della procedura di V.A.S., avvenuta nel 2008, e il deposito del rapporto ambientale, effettuato nel 2013, sono trascorsi ben cinque anni, e non viene in alcun modo chiarito rispetto a quale versione del Piano Urbanistico Comunale sia stata avviata la V.A.S.
Dalla complessiva procedura seguita dall’amministrazione comunale emergerebbe, quindi, una palese violazione della normativa comunitaria, nazionale e regionale, in materia di V.A.S. anche con riferimento alla partecipazione del pubblico nel processo decisionale, sopratutto alla luce di quanto disposto dalla Direttiva comunitaria 2001/42/CE, la quale precisa che “allo scopo di contribuire ad una maggiore trasparenza dell’iter decisionale nonché allo scopo di garantire la completezza e l’affidabilità delle informazioni su cui poggia la valutazione, occorre stabilire che le autorità responsabili per l’ambiente ed il pubblico siano consultate durante la valutazione dei piani e dei programmi” (principio ribadito anche dalla recente pronuncia della Corte di Giustizia, IV Sez., del 20 ottobre 2011, nel procedimento C474-10).
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e gli Amici della Terra – prescindendo per ora dalle numerose argomentazioni di merito riguardo il contenuto delle scelte di pianificazione, spesso molto opinabili o addirittura illegittime (il previsto porto turistico di Agumu su tutte) – hanno, quindi, chiesto (atto di “osservazioni” del 25 settembre 2013) che il Comune di Pula proceda, in ogni caso in via di autotutela ai sensi della legge n. 241/1990 e s.m.i., all’annullamento delle complessive operazioni di pubblicazione del P.U.C., in modo tale da permettere a tutti i cittadini di Pula e a tutti gli interessati di avere accesso alla documentazione del piano urbanistico e un tempo congruo per la presentazione di eventuali osservazioni”.