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Il sindaco di Elmas utilizza una “corsia preferenziale”e porta la sua famiglia a incontrare Papa Francesco all’aeroporto. A Emas esplode la polemica, il primo cittadino Valter Piscedda non ci sta e risponde con una lunghissima nota al veleno: “Sarei potuto andare in Aeroporto con la macchina dei Vigili, facendomi venire a prendere sotto casa, e ovviamente portando con me mia moglie e i miei genitori, ma non l’ho fatto così come non lo faccio mai.
Il Comune di Elmas ha in organico due autisti e possiede diverse automobili, eppure si contano nelle dita di una mano le volte in cui ne ho usufruito nei sette anni che sono Sindaco.
Quale sarebbe l’errore grave di cui si parla nel post?
Avrei potuto prendere la macchina che avevo parcheggiato e avrei potuto portato dentro (scarrozzare???) i miei genitori e mia moglie, esattamente come hanno fatto gli altri e come ha fatto l’autore stesso del post.
E se l’avessi trovata imbottigliata avrei potuto farmi portare dentro (scarrozzare???) dai militari perché ciò mi era stato da loro proposto.
E sarei potuto andare al Circolo Sottufficiali e stare seduto comodo con il bar a disposizione ad aspettare il Papa.
Invece non l’ho fatto.
E tutto questo non è scontato, ma è legato alla mia scelta di non cercare privilegi ne per me ne per i miei cari.
Dopo la cerimonia, procedura inversa verso la Chiesa, dove anch’io mi sono fermato per la Messa.
Sarei invece potuto salire nel pulmino del corteo Papale, con mia moglie ed i miei genitori, o avrei potuto prendere la mia macchina e seguirlo per raggiungere i miei colleghi Sindaci in uno spazio appositamente riservato del sagrato di Bonaria.
Tuttavia, due giorni prima della cerimonia, l’Anci ha scritto a tutti i Sindaci segnalando che c’erano problemi di spazio per gli ammalati, ed invitava chi già sapeva di non poter andare a segnalarlo subito, in modo da poter coprire i posti vuoti e dedicarli agli ammalati.
Io ho risposto alla lettera rinunciando ai due posti che mi erano stati riservati, perché avendo la possibilità di vedere il Papa in Aeroporto mi sembrava più giusto cedere i miei posti a qualche ammalato.
E questo ho avuto modo di dirlo al telefono anche al mio collega Mario Puddu, Sindaco di Assemini, quando mi ha chiamato per chiedermi cosa avrei fatto io.
Ad alcuni privilegi, talvolta, non posso rinunciare, perché fanno parte di protocolli o regole del gioco che non posso determinare io.
Ma quando posso lo faccio, e di norma in silenzio.
Sono scelte di vita, che in altri Comuni procurano addirittura il plauso dei concittadini.
E io mi trovo invece a dover scrivere questo lunghissimo post, quasi a dovermi giustificare di qualcosa.
Se quel post avesse toccato solo me, come in tutti questi anni, non avrei risposto, ma ho sentito di doverlo fare per difendere l’onorabilità dei miei genitori e di mia moglie, che dal mio ruolo non ricavano nulla se non fastidi quando non addirittura insulti, come in questo caso.
Tuttavia ho la pretesa di credere che l’autore del post, e coloro a cui piace o lo hanno condiviso, siano la minima parte dei miei concittadini a pensarla in quei termini.
Elmas ha già ripetutamente dimostrato di essere una Comunità matura, così come io ho ripetutamente dimostrato di godere della fiducia ragionata della gran parte della popolazione.
E tanti sono stati gli apprezzamenti per lo svolgersi della giornata di domenica 22, e in tanti mi hanno ringraziato per averli rappresentati di fronte a Papa Francesco.
Allora voglio concludere con un post di Papa Francesco, che mi sembra proprio che calzi a pennello:
Papa Francesco
13 settembre
“Quelli che vivono giudicando il prossimo, parlando male del prossimo, sono ipocriti, perché non hanno la forza, il coraggio di guardare i loro propri difetti. Il Signore non fa, su questo, tante parole. Poi dirà, più avanti, che quello che ha nel suo cuore un po’ d’odio contro il fratello è un omicida. Anche l’Apostolo Giovanni, nella sua prima Lettera, lo dice, chiaro: colui che odia suo fratello, cammina nelle tenebre; chi giudica il fratello, cammina nelle tenebre. Ogni volta che noi giudichiamo i nostri fratelli nel nostro cuore e peggio, quando ne parliamo di questo con gli altri siamo cristiani omicidi: Un cristiano omicida … Non lo dico io, eh?, lo dice il Signore. E su questo punto, non c’è posto per le sfumature. Se tu parli male del fratello, uccidi il fratello. E noi, ogni volta che lo facciamo, imitiamo quel gesto di Caino, il primo omicida della Storia. Qualcuno potrebbe dire che una persona si meriti le chiacchiere. Ma non può essere così: ‘Ma vai, prega per lui! Vai, fai penitenza per lei! E poi, se è necessario, parla a quella persona che può rimediare al problema. Ma non dirlo a tutti!’. Paolo è stato un peccatore forte, e dice di se stesso: ‘Prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia. Forse nessuno di noi bestemmia – forse. Ma se qualcuno di noi chiacchiera, certamente è un persecutore e un violento. Chiediamo per noi, per la Chiesa tutta, la grazia della conversione dalla criminalità delle chiacchiere all’amore, all’umiltà, alla mitezza, alla mansuetudine, alla magnanimità dell’amore verso il prossimo”.
Omelia di Papa Francesco nella Messa alla Casa Santa Marta del 13 settembre 2013, Città del Vaticano.