Droghe e alcol, l’età si abbassa ed è allarme rosso tra i giovanissimi: l’allarme in Sardegna e il richiamo degli esperti
In Sardegna l’età del primo contatto con alcol e sostanze stupefacenti continua a scendere, mentre cresce il numero di adolescenti presi in carico dai Servizi per le Dipendenze. È quanto emerge dai dati 2022-2023 dell’Osservatorio Dipendenze ARPAS e dei SerD regionali, che delineano un quadro di emergenza silenziosa: consumi sempre più precoci, policonsumo, aumento delle sostanze sintetiche e un numero crescente di giovanissimi che necessitano di programmi terapeutici.
Nel solo 2022, i SerD dell’isola hanno seguito circa 450 giovani sotto i 20 anni, di cui tra i 70 e i 90 minorenni. La cannabis rappresenta la sostanza primaria nel 70% dei casi, seguita da cocaina ed eroina. Un dato che si accompagna alla tendenza ormai diffusa del policonsumo, ovvero l’uso alternato o combinato di più sostanze, spesso già in età adolescenziale.
Alcol: consumi pericolosi già dai 14 anni
L’alcol resta la sostanza più diffusa tra i giovani, nonostante sia spesso sottovalutata. In Sardegna il 18,5% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni ha mostrato almeno un comportamento di consumo rischioso nell’ultimo anno. Il 13,8% delle ragazze presenta la stessa tendenza, un dato comunque superiore alla media nazionale.
A preoccupare è soprattutto il binge drinking, il bere finalizzato allo sballo, sempre più comune nei fine settimana e nei contesti della movida urbana.
Droghe: la cannabis domina, cocaina e sintetiche in aumento
Sul fronte delle droghe, la cannabis rimane la “porta d’ingresso” più diffusa tra i minorenni sardi. Ma parallelamente avanzano sostanze più pericolose:
Cocaina e stimolanti risultano in crescita, soprattutto a Cagliari e Sassari.
Le NPS (nuove sostanze psicoattive), spesso acquistate online, rappresentano un nuovo rischio poco conosciuto dai genitori.
L’eroina mostra un lieve ma significativo ritorno, spesso consumata in combinazione con altre sostanze.
L’età del primo contatto con i servizi si abbassa sempre più, con casi di ragazzi di 14-15 anni.
L’ intervista: l’allarme dello psichiatra Massimo Diana
Lo psichiatra Massimo Diana, già primario del Ser.D di Cagliari, Iglesias e Nuoro, conferma il trend preoccupante di un’età sempre più precoce nell’uso di sostanze e sottolinea come questo aumenti in modo drammatico i rischi sul fronte psichiatrico:
L’uso precoce di sostanze stupefacenti quali problemi comporta a livello psichiatrico?
Dobbiamo parlare eventualmente di abuso perché gli stili di consumo sono cambiati nel tempo. Prima avevamo il ragazzo che usava solo eroina, il ragazzo che usava solamente alcol. Oggi i ragazzi utilizzano un sacco di sostanze e molto spesso le usano in sequenza: magari un giorno ne usano una, un altro giorno un’altra, si tratta di sostanze che poi sono anche molto diverse tra loro. Il problema principale è che più precoce è il contatto tra un cervello e una sostanza, maggiori sono i danni e maggiori i rischi di slatentizzazione dei disturbi psichiatrici. Le droghe viaggiano insieme ai disturbi mentali.
Come fare prevenzione?
“Penso che oggi ci sia una bassa soglia di attenzione per esempio verso gli spinelli, perché non sono più gli spinelli di una volta, ed ora purtroppo fanno molti piu danni anche dal punto di vista psichiatrico. Più precoce è l’inizio dell’uso, più facile è che si sviluppino disturbi di tipo psicotico. Non dimentichiamo che la Sardegna poi è ai primi posti in Italia come uso pro-capite di cocaina, anche se oggi è più corretto parlare di poliabuso. È importante fare molta prevenzione: più tardi il cervello entra in contatto con la sostanza, meno danni ci sono. Non a caso hanno portato la vendita di alcol e sigarette ai 18 anni. Riguardo alla
cannabis attuale, ripeto, è molto più dannosa rispetto a 30 anni fa: ha una percentuale di principio attivo molto più alta, e presenta meno componenti protettive contro le psicosi. La tolleranza nei confronti della cannabis oggi non può essere la stessa di un tempo. Bisogna informare i genitori su questo.
Come intervenire?
“Riguardo alle dipendenze è meglio rivolgersi al servizio pubblico, ai Ser.D, per l’approccio multidisciplinare che contempla un medico internista, uno psichiatra, uno psicologo, e l’assistente sociale. È un intervento molto più completo ed efficace rispetto all’intervento di un solo privato”.










