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Drastico calo delle adozioni a Cagliari: in 10 anni domande dimezzate

di Redazione Cagliari Online
25 Giugno 2017
in cagliari, centro-storico

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L’Italia continua a dividersi sul tema attualissimo della maternità surrogata. Per molti cittadini, anche tra le file della sinistra, resta un dilemma etico. Il dibattito è aperto, in un Paese dove ci sono voluti mesi solo per approvare la legge sulle Unione Civili  – che non prevedeva questo metodo, ma la stepchild adoption (la possibilità di adottare il figlio del compagno o della compagna) – possibilità che è stata comunque stralciata.

Molti si chiedono – i feroci commenti su facebook ne danno testimonianza –  il motivo per il quale molte coppie con il desiderio di diventare genitori ( soprattutto in riferimento a quelle omosessuali)  ricorrano ad altre modalità come la fecondazione assistita  o con la gestazione per altri (il comunemente chiamato utero in affitto), dato che le comunità educative di accoglienza (ex orfanotrofi) sono purtroppo piene di bambini.

La strada non è semplice per una coppia che decide di adottare. I tempi di attesa sono molto lunghi e incerti. Il primo passo da fare è presentare la domanda di adozione al Tribunale minorile. E poi bisogna aspettare. Si entra in un buco nero della burocrazia, e non si sa se, e quando, si avrà una risposta. Almeno per quanto riguarda le adozioni di minori in Italia. Paradossalmente per quelle internazionali si conoscono i tempi: dai due ai tre anni, dopodiché si ha la certezza che si torna a casa con il nuovo componente della famiglia. Il percorso anche qui non è facilissimo: bisogna mettersi in contatto con gli enti autorizzati e poi spendere soldi e tempo per stare nel paese di provenienza del bimbo o della bimba.

Ben più complicate sono le adozioni di minori in Italia. Per quanto riguarda la situazione in Sardegna, presso il tribunale di Cagliari, secondo i dati del Dipartimento di Giustizia Minorile, le richieste di adozione sono calate drasticamente. Se nell’anno 2001 sono arrivate 278 domande (non considerando i casi particolari), nel 2013 sono state 323, nel 2004 – 273, nel 2005 -290,  fino a un picco nell’anno 2006 di 355 richieste.

Dopodichè i dati crollano fino ad arrivare al 2014 a solo 191 richieste. La metà rispetto al 2006. Come mai? Si ricorre ad altri metodi per diventare genitori? Oppure ci sono troppi intoppi e forse troppo dolore e non si ha la certezza che l’adozione vada a buon fine? I dati purtroppo parlando chiaro: delle domande di adozione al tribunale di Cagliari nel 2001  solo 31 si sono concluse con esito positivo; nel 2001 delle 278 solo 31,  nel 2002 solo 28, nel 2003 – 54, nel 2004 – 16, nel 2005  – 17, nel – 2006 – 27,  nel  2007- 19, nel 2008 – 27, nel 2009 – 13, nel 2010  -11, nel 2011 – 13, nel  2012 – 20, nel  2013 – 13 e, infin,e nel 2014  solo 15.

Insomma, i dati sono preoccupanti e rivelano che un problema c’è. E pure serio. Questa “sconfitta” può dipendere da varie motivazioni: idoneità della coppia, adottabilità del bambino,  leggi ormai obsolete e troppa burocrazia.

Se si dà invece  uno sguardo alle  richieste di adozione di minori stranieri, qui c’è stato un picco nel 2004  con 94 domande, ma  dieci anni dopo queste si riducono a  49.  Anche qui quante  sono andate a buon fine? Se prendiamo come riferimento gli stessi anni rispettivamente 54 e 14. Per gli altri anni vale il comportamento delle adozioni in Italia.

 “Il calo drastico delle adozioni di minori italiani e di  quelle internazionali è dovuto sostanzialmente a un percorso burocratico ancora troppo lungo, il percorso tra Tribunale dei minori e servizi sociali spesso subisce proroghe e non ha un percorso standard, – spiega Alessandro Cuboni referente Amici dei Bambini Sardegna, un movimento costituito da famiglie adottive e affidatarie–  inoltre, la CAI, la Commissione adozioni internazionali si è riunita una sola volta negli ultimi due anni e non prosegue il suo lavoro di rete con autorità estere ed Enti autorizzati, e questo è un altro problema enorme. E poi non c’è da dimenticare la crisi economica che ha colpito tutti. In Italia ci sono circa 2 milioni di coppie che non possono avere figli, potrebbero essere una risorsa, ma solo 4 mila ricorrono all’adozione”.

Una nota positiva c’è: lo scorso anno in Sardegna due famiglie hanno accolto nelle proprie case tre fratelli ciascuna. Una piccola speranza nel caos delle adozioni. E’ necessaria quindi una riforma delle leggi e una maggiore diffusione della conoscenza della cultura dell’accoglienza e del percorso della bellezza dell’adozione.

Tags: adozionibambiniCagliari
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