Tutto rinviato, la sentenza ancora non c’è. Bisognerà attendere ancora per sapere se il ricorso presentato dalla presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, contro l’ordinanza del Collegio di garanzia elettorale che ne ha disposto la decadenza, verrà accolto o respinto. Il collegio della prima sezione civile del Tribunale di Cagliari, presieduto dal giudice Gaetano Savona, si è riunito questa mattina per la seconda udienza del procedimento, ma non ha emesso alcuna sentenza. I giudici si sono ritirati in camera di consiglio per la decisione, che però, salvo sorprese, non verrà depositata in giornata: il termine massimo è di 60 giorni.
Il caso era esploso il 3 gennaio scorso, quando il collegio di garanzia elettorale della corte d’appello di Cagliari, contestando alla Todde l’assenza di un mandatario elettorale, l’utilizzo di strumenti non tracciabili per le donazioni e la mancata apertura di un conto dedicato, aveva comminato una multa di 40mila euro decretandone la decadenza. Ma per i legali della 5 stelle Todde si tratta di irregolarità puramente formali. Se fosse dichiarata decaduta da consigliere, la Todde decadrebbe automaticamente da presidente insieme a tutta la giunta e si andrebbe a nuove elezioni.
Negli ultimi mesi il caso si è ulteriormente complicato. A fine aprile la procura ha chiesto l’annullamento dell’ordinanza, ritenendo sproporzionata la sanzione, a maggio il collegio, subito dopo il pensionamento della presidente di allora Gemma Cucca, ha revocato il mandato al proprio avvocato, Riccardo Fercia, poi intervenuto autonomamente per difendere l’ordinanza che aveva contribuito a scrivere sotto la presidenza Cucca. Una mossa che ha riacceso le polemiche, anche per i conflitti d’interesse del nuovo presidente del collegio, Massimo Costantino Poddighe, marito di Marcella Marchioni, segretario generale della Regione nominata proprio dalla Todde oltre che direttore generale dell’assessorato del Bilancio e della Programmazione, guidato dal vicepresidente della Regione. Una situazione complicata, su cui i parlamentari del centrodestra avevano chiesto un’ispezione del ministro della Giustizia.
Il tribunale domani è chiamato ad analizzare il ricorso di Todde, quelli di alcuni consiglieri regionali a suo sostegno, le opposizioni di due cittadini e dello stesso collegio.
Subito dopo aver saputo dell’ordinanza, la Todde aveva attaccato pesantemente la magistratura, accusando i giudici di intromissione politica e di voler di fatto sovvertire l’esito del voto delle regionali di un anno fa, con la vittoria del Campo largo.
Dopo che si sarà pronunciato il tribunale, l’ultima parola spetterà al consiglio regionale.













