L’adrenalina per il punto? C’è, ci può essere, ma non è fondamentale. Il padel è visto da una parte di chi lo pratica ancora oggi, a Cagliari, come l’occasione per vedere gli amici dopo una giornata di lavoro. A rotazione, ovviamente: massimo due contro due in campo, anche se in città ci sono società che hanno tirato su anche campi singoli. Il boom durante le restrizioni legate al Covid, con gli sport di squadra vietati ma il padel inserito tra quelli non a rischio e, dall’autunno 2021, praticabile con il semplice green pass base, continua a reggere anche negli ultimi mesi. In tanti hanno riposto la padella nell’armadio, in attesa di temperature più miti, ma c’è anche chi sfida i quaranta gradi degli ultimi giorni per concedersi un’ora di palline sbattute contro i muri in vetro e smash. Giorgio Ortu ha una drogheria in via Dante: “Il costo di una partita? Otto euro, all’inizio non avevo la racchetta e dovevo pagare, ogni volta, due euro in più per l’affitto. Dopo un po’ ho deciso di comprarla, ho giocato nell’ultimo periodo nei campi a Selargius e in quelli di via Newton. Prima giocavo solo a calcio, ho accettato di fare anche padel più per la compagnia degli amici, fondamentale per non sentirsi troppo isolati soprattutto durante i primi periodi della pandemia. Certo”, ammette Ortu, “la differenza con il tennis è tantissima. A tennis sai che il punto lo ottieni o con due rimbalzi a terra o se la pallina finisce fuori, col padel ci sono variabili in più”. Padel uguale moda? “Per tanti sì, non per me. Molti amici che incontro una volta alla settimana al padel sono gli stessi che vedo anche nei campetti da calcio, la mia prima passione sportiva”.
E uno spaccato su chi sia il padelista tipo a Cagliari e provincia arriva da Giacomo Uccheddu. 37 anni, organizzatore di tornei calcistici, da qualche mese lavora di più grazie all’organizzazione di tornei di padel: “L’ultimo a Settimo San Pietro. Ho avuto ben sessanta iscritti, ognuno ha pagato 15 euro per l’iscrizione più otto per singola partita, e ne sto organizzando da fine aprile. L’età media? Dai 25 ai 50 anni, trovi di tutto: avvocati e ingegneri, soprattutto. Di ragazzini nemmeno l’ombra, non vogliono sentir parlare di padel perchè è uno sport di nicchia, per fighetti. Otto euro sono tantissimi rispetto ai 3,50 che devi pagare per una partita di calcetto che dura sempre un’ora”, osserva Uccheddu, forte della sua esperienza pluriennale nell’organizzazione di memorial e tornei di calcio. Il padel è un’altra cosa: “È uno sport comodo, trovare un compagno è più facile che mettere insieme dieci persone per una gara di calcio a 5. Non so se durerà a lungo, ma per l’autunno ho già ricevuto qualche richiesta per organizzare un nuovo torneo”. Insomma, finchè ci saranno richieste il padel esisterà. In attesa di una chiara collocazione all’interno del vastissimo mondo dello sport.











