Via l’Iva da pane e pasta per salvare il portafoglio, dimezzata su carne e pesce

Promesse elettorali o realtà? Nell’agenda di governo compare il tema del caro vita e la viceministra all’Economia Castelli garantisce interventi immediati su beni alimentari primari. Ma Adiconsum rilancia: “Azzerarla su tutti gli alimenti”. Intanto si pensa a prorogare il taglio sul costo benzina


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Via l’Iva da pane e pasta, dimezzata su carne e pesce. La strategia anticrisi del governo ormai dimissionario per salvare quel che resta degli stipendi degli italiani passa dai beni di prima necessità, quelli a base del grano stretto nella morsa di costi in costante crescita, ma anche carne e pesce per i quali l’imposta passerebbe dal 10 al 5%. Un piano salva fine-mese che si aggiungerebbe ai 200 euro erogati dal governo per contrastare il caro prezzi.

La promessa della viceministra leghista Castelli viene però immediatamente rilanciata da Adiconsum, che chiede uno sforzo maggiore che porti all’azzeramento totale dell’Iva per tutti gli alimentiNel nuovo decreto aiuti si sta valutando di inserire una nuova proroga del taglio di 30 centesimi delle accise sui carburanti. Lo sconto è stato recentemente prorogato fino al 21 agosto e potrebbe ora essere esteso di una quarantina di giorni fino a fine settembre.

 Oggi un chilo di pasta, in base ai dati Istat rielaborati dal Codacons, costa in media il 22,6% in più rispetto allo scorso anno, mentre il pane è rincarato dell’11,4% spiccano anche l’olio di semi con un aumento del 68,7%, il burro del 28,1%, la farina cresciuta del 20,6%, pomodori del 19,4% e ancora frutta fresca del 10,8% di cui solo le pesche sono aumentate del 18,4%. Vengono toccati tutti i prodotti anche lo zucchero che cresce del 9,5%, il pesce fresco del 10,3%, perfino le acque minerali che salgono del 8,2% come l’olio di oliva, e il caffè con un aumento del 6%.


In questo articolo: